Bar e ristoranti: chiusura anticipata alle 18 a causa del Coronavirus

Il Coronavirus blocca la ristorazione

“I ristoranti sono aperti la sera?”. “Sono un ristoratore, ho qualche possibilità di aprire la mia attività?”. “Cosa si rischia se si tiene aperto il bar oltre l’orario imposto?”. Queste sono solo alcune delle domande che si sta ponendo la gente. Cerchiamo di fare chiarezza.
Il decreto firmato nella notte tra sabato 7 e domenica 8 marzo dal Presidente Conte per arginare la diffusione del Coronavirus prevede durissime restrizioni per tutto il settore Ho.Re.Ca. Per ridurre al massimo le occasioni di contatto tra le persone nei territori più colpiti dal fenomeno da quest’oggi i bar, i ristoranti, le pizzerie e i pub potranno restare aperti soltanto dalle ore 6 alle ore 18. I locali aperti solo la sera, dunque, alzeranno le serrande il primo fine settimana di aprile, salvo ulteriori proroghe.

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Dove valgono le restrizioni

I locali dell’intera Lombardia, delle provincie di Piacenza, Parma, Reggio, Rimini, Modena, Padova, Treviso, Venezia, Asti, Novara, Vercelli, Verbano Cusio Ossola, Pesaro e Urbino garantiranno il servizio solo a pranzo, con una durissima ricaduta sugli incassi. Questo stop imposto metterà a dura prova il settore dell’ospitalità e della ristorazione. La preoccupazione è che a farne le spese saranno migliaia di ristoratori, albergatori e baristi: non tutti saranno in grado di far fronte a questa crisi e qualcuno, già provato dal delicato periodo economico, si vedrà costretto ad alzare bandiera bianca.

In tutta la zona rossa resta la possibilità di andare a pranzo al ristorante solo se viene rispettata la distanza minima tra i clienti di 1 metro, pena la sanzione della sospensione dell’attività in caso di violazione. Anche se la sala è chiusa al pubblico, ci si può organizzare e sperare di recuperare parte del mancato incasso: suggeriamo di puntare sull’asporto o sulla consegna a domicilio, attività al momento consentite.


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