Celiachia: facciamo chiarezza

Oggi, la celiachia rappresenta uno dei disturbi alimentari più frequenti nella nostra società comportando la nascita di nuovi stili di vita per poter vivere al meglio la quotidianità “senza glutine”. Nonostante il diffondersi di questa malattia, c’è ancora molta confusione riguardo questo argomento e le altre forme di intolleranza al glutine diverse dalla celiachia.
 
Facciamo chiarezza con l’aiuto dell’AIC, l’Associazione Italiana Celiachia, la quale ci spiega che la malattia celiaca o celiachia è un’infiammazione cronica dell’intestino tenue, scatenata dall’ingestione di glutine in soggetti geneticamente predisposti, la dermatite erpetiforme (celiachia della pelle) è sempre una patologia scatenata in soggetti geneticamente predisposti dall’assunzione dietetica di glutine, ma caratterizzata da lesioni cutanee specifiche e distintive quali arrossamenti e bollicine, che regrediscono dopo l’eliminazione del glutine dalla dieta.
 
E’ bene precisare che la celiachia è considerata una variante della malattia celiaca, anche se molto raramente la dermatite erpetiforme si presenta con le caratteristiche lesioni della mucosa duodenale della celiachia. E’ bene precisare che la celiachia è diversa dall’intolleranza al glutine, definita sensibilità al glutine (SG), che pur comportando sintomi intestinali simili, oltre a mal di testa, stanchezza, nausea e dolori muscolari, a quest’ultima non si associano danni alla mucosa intestinale. La sensibilità al glutine, quindi non celiaca, è un problema di larga diffusione e di gran lunga più frequente in età adulta. I sintomi compaiono spesso entro le 24 ore dall’assunzione e spariscono rapidamente con l’eliminazione del glutine dalla dieta.
 
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Il responsabile della celiachia, come sappiamo, è il glutine, la frazione proteica alcool-solubile di alcuni cereali (frumento, orzo e segale) e ne rappresenta appunto la principale componente proteica. Nonostante sia una proteina di scarso valore nutrizionale, consente la formazione di impasti elastici fondamentali, per esempio, nel settore della panificazione. Si pensi alla pasta, alla pizza e al pane e al suo elevato consumo, che rende così il glutine molto presente nella nostra alimentazione. Le manifestazioni cliniche della celiachia, come conferma l’AIC, possono essere molto diverse: i sintomi intestinali sono comuni in bambini diagnosticati nei primi due anni di vita; i più frequenti sono arresto di crescita, diarrea cronica, vomito, distensione addominale, debolezza muscolare, anoressia e irritabilità. Tuttavia, con l’aumento dell’età in cui si manifesta la malattia, e con l’ampio uso di test sierologici di screening, sono stati sempre più frequentemente riconosciuti sintomi di esordio extraintestinali, che possono coinvolgere quasi tutti gli organi anche con modesti sintomi, ma che possono comportare complicanze nel lungo periodo, tutto questo anche in assenza di sintomatologia intestinale: osteoporosi, infertilità, aborti ripetuti, bassa statura, anemia sideropenica, ipoplasia dello smalto dentario, diabete mellito, tiroidite autoimmune, alopecia, epilessia con calcificazioni cerebrali e il temutissimo linfoma intestinale.
 
Col diffondersi di questa malattia, sono stati introdotti numerosi test per la diagnosi, ma come afferma l’AIC, la conferma diagnostica della celiachia si effettua solo mediante analisi del sangue di specifici anticorpi e biopsia dell’intestino tenue con il prelievo di un frammento di tessuto, per determinare l’atrofia dei villi intestinali attraverso l’esame istologico. Una volta posta la diagnosi definitiva, il celiaco ha diritto, attraverso il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e fino a un tetto massimo di spesa, all’erogazione gratuita dei prodotti dietetici senza glutine indicati nell’apposito Registro del Ministero della Salute, questo perchè la dieta senza glutine, osservata con rigore e per tutta la vita, è al momento l’unica terapia disponibile, contribuendo al recupero di un corretto stato di salute nella maggior parte dei casi.


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