Coronavirus: l’Italia è la prima al mondo in sicurezza alimentare

Massimiliano Giansanti, il presidente di Confagricoltura, ci rassicura sulla situazione riguardo all’emergenza Coronavirus.
Il presidente Giansanti si è espresso in seguito alle conseguenze del virus sul settore agricolo all’Ambasciata d’Italia a Berlino. Infatti, Confagricoltura si trovava nella capitale tedesca in occasione dell’ottava edizione del meeting organizzato dall’organizzazione alla Fruit Logistica. Il tema dell’incontro era il confronto tra il la produzione italiana di ortofrutta e la distribuzione tedesca.

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Confagricoltura

Confagricoltura rassicura che l’Italia ha lavorato in modo eccezionale riguardo alla sicurezza alimentare. Il Belpaese è in grado di garantire sicurezza e standard elevati.
In una situazione caratterizzato da Brexit, dazi ed emergenze sanitarie, il nostro Paese consolida le relazioni internazionali con la sua qualità. Per Giansanti, però, bisogna cooperare assieme fra Stati ed aziende. Infatti, gli imprenditori che vogliono fare strategia sono avvantaggiati e il 25 febbraio 2020, il Tavolo dell’ortofrutta sarà convocato dal ministro dell’Agricoltura.

In una situazione in cui ci sono preoccupazioni anche riguardo alle fiere, l’Italia è il Paese più rappresentato in fiera. Al Paese vengono dedicati spazi ampliato e le realtà imprenditoriali presenti sono fortemente innovative. Infatti, le aziende si basano sulla sostenibilità ambientale, sulle produzioni certificate (di cui l’Italia è leader) e sul packaging ‘plastic free’.
Giansanti ricorda però che tra le priorità, ci sono diverse esigenze. Come: migliorare le infrastrutture oltre che a dover attuare una food policy europea affinché le norme sugli standard di sicurezza siano uguali per tutti. Infatti, l’emergenza sanitaria in corso in Cina è più che rilevante.

agricoltura
 

Ministra Teresa Bellanova

Come ricorda anche la Ministra Teresa Bellanova, la sicurezza va garantita: persone ma anche imprese, così come la circolazione delle merci e i mercati. È un tema in cui è assolutamente necessario l’impegno della diplomazia e della Commissione europea.
Per la Ministra, la sicurezza alimentare è fondamentale: un diritto inalienabile dei cittadini. E non sarà neanche merce di scambio per nessun accordo commerciale. Il nostro Paese pretende mercati aperti e con regole certe. Bellanova crede fermamente che i dazi non siano lo strumento del futuro e confida invece nell’Europa che a sua detta è sia la nostra casa che il nostro mercato. Per questi motivi, la Ministra lancia un appello: quello di rendere l’Europa più forte, più semplice e più efficiente.
L’emergenza Coronavirus è un fattore di rischio per i mercati, perciò per evitare nuove fasi critiche, la Ministra ha poi annunciato l’avvio di un lavoro comune con il Presidente dell’Ice, per studiare insieme azioni di sistema per la promozione del Made in Italy agroalimentare.

 

Assolatte

Assolatte sostiene però che sarà difficile valutare le conseguenze del Coronavirus. Il punto più caldo è l’interscambio con la Cina. È probabile che l’emergenza lo rallenti, azzerando gli investimenti milionari realizzati dalle imprese nel corso degli anni. Insomma, quelle di Assolatte sono previsioni davvero catastrofiche per l’economia globale, visto che la Cina è il primo importatore di prodotti alimentari. Forse, l’intenzione è quella di puntare i riflettori sul settore lattiero-caseario, per cui la Cina ha rappresentato finora un mercato dalle grandi potenzialità, come spiega il presidente Giuseppe Ambrosi di Assolatte. Infatti, l’export caseario italiano in Cina è cresciuto in modo esponenziale. Nel 2019, il businesss di formaggi e latte italiani hanno raggiunto i 25 milioni di euro in Cina. Il Coronavirus, invece, fa presumere un 2020 difficile per le esportazioni.

Anche il direttore del Consorzio Vino Chianti Marco Alessandro Bani esprime la sua preoccupazione. A causa del Coronavirus, è probabile che si possa registrare una perdita del 5-10% riguardo all’esportazione di Chianti in Cina. Più ottimista è Carlotta Gori, direttrice del Consorzio Vino Chianti Classico. È convinta infatti che l’emergenza verrà superata rapidamente.

Ha espresso la sua opinione anche Cesare Baldrighi, dal 1999 presidente del Consorzio tutela Grana Padano. La Cina non è un mercato per il Grana Padano Dop. Ma il presidente esprime preoccupazioni per probabili ripercussioni commerciali nell’economia dell’intero Paese. Secondo Baldrighi, non ci saranno ripercussioni commerciali per il Grana Padano, ma l’amaro in bocca c’è, avendo investito risorse per aumentare l’export nel mercato cinese si per il Grana Padano che per il Prosciutto di Parma.

grana padano
 

Fedagripesca-Confcooperative

Buone notizie invece dal mondo ittico. Dall’inizio dell’anno, la richiesta di prodotto fresco italiano è in aumento del 20%. Sia famiglie che ristoranti richiedono pesce, molluschi e crostacei italiani. Ristoranti cinesi compresi. Di sicuro, un aumento indotto dalla psicosi Coronavirus. Come anche dai dazi Usa e dalla Brexit.

Fedagripesca-Confcooperative monitora i consumi e dipinge un nuovo atteggiamento dei consumatori. Prevede anche una rivoluzione nel settore, dove ora le importazioni superano il 70%. Infatti, 6 italiani su 8 guardano all’origine dei prodotti sia durante la spesa che al ristorante. Perciò, si registra un caldo del merluzzo, del pangasio e delle aragoste del Maine. Si registra invece un aumento delle triglie, alici, sarde, sarago, pagello, ricciola, pescatrice, palamita, sgombro, polpo e seppia. Tra l’altro, tutti prodotti di stagione. Vengono preferite le produzioni tricolori anche dai ristoratori italiani, ma anche da quelli asiatici per scongiurare la fuga dei clienti.

L’Associazione Cinese del Settore della Ristorazione del Nord Italia ha registrato un calo del 40% riguardo al fatturato, sebbene da 10 anni acquistano materia prima fresca in Italia da distributori italiani. Infine, Il medico veterinario, Valentina Tepedino, specializzato nel settore ittico che ha condotto uno studio sull’etichettatura dei prodotti cinesi in collaborazione con Organi di controllo e di ricerca. Il risultato della sua ricerca è che anche l’alta ristorazione in Cina ha preferito prodotti italiani di qualità, proprio per le buone prassi di lavorazione.

Insomma, una situazione su cui bisogna mantenere calma e razionalità, e in cui una previsione certa del futuro è impossibile. La sicurezza alimentare italiana però si conferma leader mondiale e non tutto è da abbandonare alla psicosi Coronavirus, per fortuna.

pesce


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