Tu vuò fa’ l’americano: il Pastificio di Federico Perandin in USA

Danilo Curotto

Danilo Curotto

Nel 1956 Nicola “Nisa” Salerno e Renato Carosone ci regalarono un brano che ancora riecheggia nelle nostre menti, soprattutto di chi, come me, è un filo più attempato. Che ci azzecca il “tu vuò fa’ l’americano” con il mondo della pasta e della ristorazione è presto detto.

Continuando sulla falsa riga dell’articolo dedicato a Sfoglina Simonetta di Washington, oggi, voglio portarvi in Connecticut, più precisamente a Greenwich, USA. L’idea di “portare il verbo” della tradizione della pasta fresca a 50 km da New York è balenata nella mente di un imprenditore italiano, Federico Perandin, che ha fatto di questa mission uno stile di vita.

il pastificio federico perandin

Far capire agli americani che la tradizione della pasta fresca italiana in ristorazione è cosa ben diversa dalle fettuccine Alfredo, le penne alla Vodka o gli spaghetti meatballs non è sempre agevole e solo una buona dose di autocontrollo gli consente di rispondere garbatamente alle richieste dei suoi clienti.

Nasce, quindi, un menù Giro d’Italia che raggruppa e condensa la tradizione italiana della pasta fresca, cercando di insegnare la storia culinaria di questo prodotto. Bucatini all’amatriciana, il pesto alla genovese (!), gnocchi San Marzano, tagliatelle e lasagne alla bolognese, ravioli burro e salvia e via discorrendo. Secondo il motto “educhiamoli da piccoli”, Federico riveste il ruolo di un insegnante Tutor che accompagna la clientela americana alla riscoperta, è il caso di dirlo, di quanto è più tradizionale per noi, senza mai scendere a compromessi.

Mai intuizione fu più illuminante. “Il Pastaficio”, questo il nome del Pastificio con cucina che vede Federico all’opera giornalmente nel preparare la tradizione unita ad un poco di innovazione. L’unione di tradizione ed innovazione in questo caso è assolutamente voluto e, come da sempre predico, ha trovato in Federico un valido adepto: se non si conosce la tradizione non è possibile poi proporre innovazione.

Le proposte

Nascono così proposte come i Rapici (Pici fatti con barbabietola fresca), le Linguine alla Spirulina, oppure i Ravioli Emilia, di questi ultimi vorrei parlarvi. Nascono dall’esigenza di accontentare i molti clienti che chiede- vano della pasta ripiena di carne e l’ispirazione arriva proprio dalla terra emiliana.
Partendo dalla tradizione del tortellino si è creato un raviolo più succulento, e quindi anche innovativo, la cui preparazione segue i crismi del ripieno del tortellino. Come indicato nella ricetta rilasciata dalla famosa Confraternita del Tortellino, si parte con un lombo di maiale rosolato al burro a cui poi si aggiungono sapientemente prosciutto crudo, mortadella di Bologna, formaggio Parmigiano Reggiano, uova, noce moscata, il tutto avvolto da una sfoglia che, secondo tradizione, è all’uovo. Serviti semplicemente con un burro e salvia che ne esaltano il sapore. Esempio di successo di quello che è diventato un signature dish oltre che product, essendo venduto anche sfuso al banco (ebbene sì, secondo la più vera tradizione dei pastifici italiani, ma cosa rara negli States).
Infatti, producendo anche sughi e dolci, i clienti americani possono prepararsi da soli un’offerta gastronomica tipica italiana direttamente a casa, cucinando per sè stessi o per gli amici.

Crediti foto: Gabriella Toth


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