Produzione nazionale frumento duro 2019: bilancio in chiaroscuro

Italmopa: bilancio in chiaroscuro e necessità di un approccio di filiera

Il frumento duro in Italia

La produzione nazionale 2019 di frumento duro è caratterizzata da un volume di produzione di circa 4 milioni di tonnellate, in riduzione del 4% rispetto al 2018, e da alcune problematiche qualitative riguardanti, in particolare, il tenore proteico medio – principale parametro qualitativo del grano – e, negli areali del centro nord, l’alterazione cromatica delle cariossidi a seguito di attacchi fungini.

Questo quanto affermato da Italmopa – Associazione Industriali Mugnai d’Italia, aderente a Federalimentare e a Confindustria, sulla base dei dati risultanti da un monitoraggio quanti-qualitativo del nuovo raccolto frumento duro.

“La contrazione della produzione nazionale – precisa Cosimo De Sortis, Presidente Italmopa – si colloca in un contesto di generale riduzione della produzione comunitaria e mondiale che ha interessato tutti i principali Paesi produttori. La disponibilità della materia prima rimane comunque significativa per via delle scorte che risultano in grado di sopperire al calo produttivo”.

Frumento duro 2019

“L’andamento del mercato conferma pienamente le nostre indicazioni – prosegue Francesco Divella, Presidente della Sezione Molini a grano duro di Italmopa – si sono infatti registrati, sin dal mese di luglio, incrementi delle quotazioni del frumento duro ma anche preoccupanti episodi di ritenzione del prodotto alimentati da aspettative di ulteriori aumenti di prezzo”.

“La qualità eterogenea del raccolto nazionale, le minori produzioni realizzate e la crescita delle quotazioni – conclude De Sortis – hanno limitato gli scambi in questa prima fase della campagna di commercializzazione, interessando anche l’esecuzione dei contratti di filiera. Nonostante le difficoltà riscontrate, l’Industria molitoria a frumento duro intende continuare a contribuire allo sviluppo della competitività della filiera e di tutti gli attori che la compongono, incrementando ulteriormente il ricorso ai contratti di filiera quale strumento di primaria rilevanza per garantire all’Industria l’approvvigionamento di materia prima in qualità e quantità rispondenti alle esigenze di mercato e nel contempo assicurando al produttore una remunerazione adeguata alla qualità realizzata”.


Potrebbero interessarti anche