Arrivano i vini “alternativi”: sostenibili, organici e con bassa gradazione alcolica

Il boom dei vini “alternativi”

I vini “alternativi” sono pronti a rivoluzionare il mercato del settore wine. Le caratteristiche che li vedono preferiti agli storici competitor sono la sostenibilità, l’organicità e il basso contenuto di alcool. La nuova consapevolezza spinge i vini che rispettano il benessere e la salute, prodotti in maniera etica e trasparente. I risultati emergono dal report “Global SOLA: Opportunities in sustainable, organic & lower alcohol wine” di Wine Intelligence, che racconta come i vini biologici siano la categoria più in ascesa a livello globale nell’anno in corso.

Al secondo posto tra i SOLA, dopo i vini biologici, troviamo quelli organici. Come sottolinea Winenews.it, l’unica difficoltà, arriva da una comunicazione che deve fare i conti con la scarsa consapevolezza dei consumatori, che fanno spesso confusione sul termine “organic wine”, dato per scontato nella produzione di un vino, essendo un prodotto della terra oppure confuso con altre categorie.

Vini alternativi

Cresce, di pari passo, il consumo di vino equo e solidale, caratterizzato da un forte impegno ambientale, sociale, economico e ambientale. Anche in questo caso però sembra esserci qualche limite nella comprensione della definizione della categoria da parte dei consumatori.

Non dimentichiamo i vini prodotti in maniera sostenibile, che piacciono sempre più ai consumatori, nonostante la difficoltà legata alla certificazione di sostenibilità. Parlando di complessità, non si possono non citare i vini “free from” in cui la definizione è, per l’appunto, molto intrigata. Si tratta di vini prodotti senza solfiti e conservanti, anche se non c’è grande consapevolezza tra i bevitori di quali sostanze si stia parlando.

Crescono anche i vini prodotti nel rispetto dell’ambiente: non esiste una certificazione specifica, ma i consumatori sono sempre più sensibili a questo tema.

Vini alternativi bioIl vino biodinamico, invece, è destinato a crescere senza uscire dalla sua cerchia di nicchia. Secondo i commercianti, il suo successo è da attribuire all’ottima pubblicità fatta, al marketing e all’engagement con i wine lovers.
Un’altra tendenza vede crescere i vini vegetariani, seguiti dagli orange wine, un prodotto di nicchia molto popolare tra chi consce a fondo il mondo del vino i cui prezzi sono molto alti, e dai vini ad impronta carbonica zero, ancora poco conosciuti dal grande pubblico.

A chiudere la “classifica” i vini a bassa gradazione, che rappresentano ancora un consumo di nicchia, con la previsione di una crescita importante nei prossimi anni, dovuta alla tendenza ad un consumo moderato e rispettoso della propria salute.

E voi? Conoscete già i vini “alternativi”? Ne fate uso?


Potrebbero interessarti anche