200.000 nuovi impieghi: l’emergenza personale è finita?

A marzo e aprile l’occupazione dipendente in Italia ha continuato a crescere a ritmi sostenuti e superiori rispetto al 2022: nei due mesi sono stati creati oltre 100 mila posti di lavoro, al netto delle cessazioni, di cui poco meno di 40’000 nel turismo.

Dall’inizio dell’anno, in quattro mesi, nella vicina Penisola sono stati creati oltre 200 mila posti, circa la metà di quelli attivati complessivamente nell’anno precedente. È quanto indica la nota “Il mercato del lavoro: dati e analisi” di ministero del Lavoro, Banca d’Italia e Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (Anpal). La domanda anche in questo caso è stata trainata soprattutto dai servizi, in particolare dal turismo.

emergenza personale

Come nei primi due mesi dell’anno, la domanda di lavoro tra marzo e aprile è stata trainata dai servizi e soprattutto dal turismo, dove sono stati creati poco meno di 40 mila posti (30 mila negli altri servizi). Nell’industria in senso stretto (17 mila), nelle costruzioni (7 mila) e nel commercio (18 mila) l’occupazione ha continuato a salire a tassi in linea con quelli del bimestre precedente. È proseguita – sottolinea inoltre il rapporto di ministero del Lavoro italiano, Bankitalia e Anpal – la ripresa dei settori manifatturieri a maggiore intensità energetica, che hanno beneficiato del calo dei prezzi dell’energia.

Nei primi due mesi dell’anno, nonostante la crescita dell’occupazione, il numero di disoccupati amministrativi (calcolato dalle Dichiarazioni di immediata disponibilità al lavoro, Did), è rimasto sostanzialmente stabile, sostenuto dall’incremento dei tassi di partecipazione.

emergenza personale

La crescita dell’occupazione in Italia è ancora concentrata nella componente stabile: a marzo e aprile la maggioranza dei posti di lavoro creati, circa il 70%, è stata a tempo indeterminato. Negli ultimi due mesi si è però “rafforzato il ricorso” al lavoro a termine, il cui saldo è più che raddoppiato nel confronto con il bimestre precedente (circa 35 mila posizioni da 15 mila), sottolinea la nota.

Su questa ripresa, spiega il rapporto, ha influito la forte crescita del comparto turistico, in cui i rapporti di lavoro di breve durata sono più diffusi, ma anche la maggiore propensione delle imprese ad attivare nuove posizioni a tempo determinato, dopo che molte erano state trasformate in permanenti nel 2022. Il contributo dell’apprendistato è risultato sostanzialmente nullo.


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