Il rapporto tra cultura, identità e cucina italiana all’estero è spesso messo alla prova quando si tratta di riprodurre le nostre ricette originali in contesti dove mancano gli ingredienti autentici.
Per gli italiani, la cucina non è solo una questione di nutrimento, ma rappresenta un elemento fondamentale del patrimonio culturale. Quindi, se già ci lamentiamo delle reinterpretazioni dei nostri celebri chef, immaginate quanto sia sconcertante quando il vero Made in Italy viene distorto oltre confine… con improbabili versioni presentate come piatti italiani.
La cucina italiana all’estero: un’interpretazione distorta o fedele?
La domanda che ci si pone è: la cucina italiana all’estero viene interpretata fedelmente o tradita? È una questione di fame di autenticità in nome della cultura gastronomica. Guardando una pizza, ad esempio (ricordando che il pizzaiolo napoletano è stato insignito del titolo di Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO), se viene sommersa da mozzarella, prosciutto e kiwi, o se si osserva una carbonara “alla francese” con aggiunta di panna e tuorlo d’uovo, cosa si prova? È un affronto al cuore. Molti stranieri non conoscono a fondo le nostre ricette e, per ignoranza, incapacità o mancanza di ingredienti autentici, le reinterpretano in maniera distorta. L’elemento originale e italiano, che fa la vera differenza, spesso viene ignorato o sostituito.
I piatti più “rivisitati” e la risposta italiana
Tra i piatti più stravolti c’è senza dubbio il ragù alla bolognese, ma c’è anche chi celebra come piatti simbolo del Bel Paese ricette sconosciute alla maggior parte degli italiani.
Sto parlando delle celebri fettuccine di Alfredo, considerate negli Stati Uniti il fiore all’occhiello della cucina italiana tradizionale. Questo piatto, effettivamente, ha origini italiane. Nei primi anni del Novecento, a Roma, in via della Scrofa, c’era una trattoria gestita da Alfredo, che serviva le sue specialità. Quando nacque suo figlio, Alfredo preparò un piatto energetico per far recuperare le forze alla moglie: fettuccine all’uovo con burro e parmigiano.
Questo piatto conquistò due star hollywoodiane che lo apprezzarono così tanto che diventò un must per gli attori americani in visita a Roma. Mentre in Italia questo piatto è caduto nell’oblio, negli Stati Uniti è diventato l’epitome della cucina italiana, sebbene in una versione più approssimativa.
Un altro esempio è rappresentato dalla carbonara. Mentre la versione italiana autentica prevede uova, pancetta, pecorino romano, pepe nero e pasta, in alcune interpretazioni estere viene aggiunta la panna per ottenere una consistenza più cremosa. Questa aggiunta può alterare significativamente il gusto e la consistenza della salsa, allontanandola dalla sua autenticità originale.
Anche la pizza può subire delle variazioni significative quando viene reinterpretata all’estero. Oltre alle variazioni nei condimenti, come ad esempio l’aggiunta di ingredienti come l’ananas per creare la famosa “pizza hawaiana”, ci sono anche differenze nella consistenza e nella cottura della base, che può variare da sottile e croccante a spessa e soffice a seconda delle preferenze locali.
La lotta per l’autenticità della cucina italiana all’estero
La distorsione della cucina italiana è confermata anche da una ricerca di Coldiretti (maggiore associazione di rappresentanza e assistenza dell’agricoltura italiana), secondo cui due piatti su tre serviti all’estero come italiani sono versioni stravaganti che poco hanno a che fare con la nostra tradizione. Questa pratica, nota come “agropirateria”, genera un giro d’affari di circa 100 miliardi di euro.
Per contrastare questa tendenza e soddisfare la crescente richiesta di autenticità, la Coldiretti ha introdotto una carta d’identità gastronomica: la certificazione “ITA 0039 | 100% ItalianTaste”.
Cosa possono fare consumatori e ristoratori?
È importante che i cuochi e i ristoratori che interpretano la nostra cucina all’estero abbiano una profonda comprensione della tradizione gastronomica italiana.
I consumatori hanno anche un ruolo da svolgere nel sostenere la cucina italiana autentica all’estero. Scegliere ristoranti che si impegnano per mantenere l’autenticità e la qualità dei piatti italiani può contribuire a preservare la reputazione della cucina italiana nel mondo. Con il giusto rispetto per le tradizioni gastronomiche italiane e l’attenzione alla qualità degli ingredienti, è possibile garantire che la cucina italiana mantenga prestigio, reputazione e gusto ovunque nel mondo.