Raboso: il vino rosso dall’anima Veneta

Il Raboso è uno dei vitigni simbolo del Veneto, in particolare della provincia di Treviso. Forte, deciso, dal colore intenso e dall’acidità spiccata, questo vino rosso ha una storia antica e affascinante, che lo rende una delle espressioni più autentiche del patrimonio enologico italiano.

Origini e Storia

Il nome “Raboso” deriva probabilmente dal dialetto veneto, in cui “rabbioso” significa aspro o ruvido, caratteristiche che ben descrivono il carattere originale di questo vino. Era conosciuto già nel Medioevo e, grazie alla sua grande capacità di conservazione, fu per secoli il vino prediletto dai mercanti veneziani nei loro lunghi viaggi commerciali. Si dice che fosse chiamato anche “vin da viajo” (vino da viaggio) proprio per la sua resistenza al tempo e al trasporto.

Secondo l’istituto di enologia Geisenheim, in Germania, il vitigno sarebbe originario della Renania dove tutt’oggi si coltivano uve dalle caratteristiche molto simili. Successivamente venne esportato in Italia.

Le prime testimonianze scritte del Raboso risalgono al XV secolo, in Veneto, ma la sua coltivazione si sviluppò in modo più sistematico nel XVIII secolo. Due sono le varietà principali: il Raboso Piave, coltivato nella zona del fiume Piave, e il Raboso Veronese, un incrocio naturale tra Raboso Piave e Marzemina Bianca.

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Caratteristiche Organolettiche

Il Raboso è un vino che non passa inosservato. Ha un colore rosso rubino intenso, spesso con riflessi violacei. Il suo profumo è fruttato, con note di ciliegia marasca, mora selvatica, spezie e a volte una leggera sfumatura balsamica o di cuoio. Al gusto appare asciutto, tannico, decisamente acido, con una buona struttura e spesso un finale leggermente amarognolo. Con l’invecchiamento acquisisce rotondità e complessità.
Spesso viene affinato in legno o proposto in versione passita o spumantizzata (specialmente nella tipologia Raboso Frizzante).

Gli abbinamenti perfetti con il Raboso

Il Raboso è un vino che chiede pietanze di pari forza. La sua acidità e tannicità lo rendono ideale con:
Carni rosse: brasati, arrosti, selvaggina (cinghiale, cervo, anatra).
Formaggi stagionati: asiago vecchio, monte veronese, grana padano stravecchio.
Piatti tipici veneti: come il “figà à la venessiana” (fegato alla veneziana), il cotechino con lenticchie, o la lepre in salmì.
Piatti speziati: si abbina bene anche con cucine internazionali a base di carne e spezie, come quella messicana o indiana.

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4 curiosità sul Raboso

1) È detto “rosso del Piave”: il Raboso è uno dei vitigni che rientra nella DOC Piave, una delle più importanti della zona.
2) È difficile da domare: per la sua rusticità e acidità, questo vino ha rischiato il declino nel Novecento, quando i consumatori iniziavano a preferire vini più morbidi e facili. Oggi, grazie a nuove tecniche di vinificazione e all’affinamento in barrique, ha conosciuto una nuova rinascita.
3) È un vino “slow”. Spesso il Raboso migliora col tempo: alcune versioni raggiungono il meglio dopo 5-10 anni di invecchiamento.
4) Alcune cantine producono Raboso in versione passita, con note di prugna, fico secco, cacao e liquirizia, ideale da meditazione o in abbinamento con cioccolato fondente.

Il Raboso è un vino per intenditori, per chi cerca qualcosa di autentico, fuori dagli schemi e legato profondamente al territorio. Un rosso che racconta la storia, la fatica e la passione dei viticoltori veneti. Se vi capita di trovarlo in carta o in enoteca, concedetegli una possibilità: saprà sorprendervi con la sua anima antica e vigorosa.


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