Dubai chocolate: il cioccolato del deserto che ispira la nuova cucina d’autore

Dubai chocolate

Dubai non è solo sinonimo di grattacieli e opulenza, ma anche di una scena gastronomica in fermento. Negli ultimi anni, è nato un nuovo protagonista del panorama food: il cioccolato di Dubai, un cioccolato artigianale che coniuga raffinatezza locale e know-how internazionale.
Contrariamente a quanto si pensi, gli Emirati non hanno una tradizione storica nella lavorazione del cacao. Tuttavia, proprio questo “vuoto” ha permesso a una nuova generazione di maestri cioccolatieri di reinventare il concetto stesso di cioccolato, attingendo da culture africane, asiatiche ed europee, ma reinterpretandole con uno spirito arabo contemporaneo.

Come è fatto il cioccolato di Dubai?cioccolato di dubai

Il cioccolato artigianale prodotto a Dubai si distingue per una combinazione di ingredienti ultra-premium, spesso bean-to-bar o single-origin, provenienti da piccole piantagioni in Ecuador, Madagascar o Tanzania. La trasformazione avviene localmente, in laboratori climatizzati che combattono le elevate temperature del Golfo con sistemi di raffreddamento a controllo di umidità (spesso personalizzati, in quanto la classica tempera europea non è sufficiente).
Una caratteristica distintiva? Molti cioccolatieri di Dubai usano latte di cammella, tipico del deserto e ricco di ferro, vitamina C e proteine. Questo ingrediente conferisce al cioccolato una cremosità inedita, con un sapore lievemente salato che si sposa perfettamente con spezie come za’atar, cardamomo e zafferano iraniano.

Dal deserto al Guinness: due visioni del cioccolato moderno

Mentre a Dubai il cioccolato prende forma in piccole tavolette eleganti con note di knafeh, datteri o halva, altrove nel mondo si punta sulla spettacolarità e sull’impatto sociale. È il caso dello chef e YouTuber Nick DiGiovanni, che nel 2024 ha partecipato alla realizzazione della più lunga tavoletta di cioccolato al mondo (oltre 416 m²) in Ecuador, insieme al brand sostenibile Blue Stripes.
Questa impresa da Guinness ha voluto lanciare un messaggio globale sulla sostenibilità del cacao, utilizzando non solo la fava ma anche la polpa e la buccia del frutto. Il contrasto tra queste due esperienze – da una parte l’artigianato locale che parla arabo, dall’altra una performance social-virale per educare il mondo – mostra quanto oggi il cioccolato sia molto più di un alimento: è un racconto culturale, etico e sensoriale.

Dubai chocolate & alta ristorazione: abbinamenti fuori dal comune

Per i professionisti della ristorazione, il cioccolato di Dubai apre nuove frontiere creative, sia in pasticceria che nei piatti salati.
Ecco 3 abbinamenti audaci da considerare:
🔸 Cioccolato al latte di cammella + foie gras + riduzione di datteri Khalas
→ Il grasso nobile del fegato d’oca si fonde con la dolcezza strutturata del cioccolato, mentre la riduzione di dattero crea un ponte aromatico che unisce e bilancia.
🔸 Cioccolato fondente al cardamomo + tartare di wagyu + fumo di oud
→ Un piatto spettacolare per i ristoranti di alta cucina: la complessità del cioccolato speziato arricchisce la carne e trova un complice nel profumo intenso del legno di oud, usato per affumicare il piatto a tavola.
🔸 Ganache al cioccolato bianco e zafferano + caviale beluga + brioche salata
→ Un dessert-salato di frontiera: dolcezza vellutata, salinità lussuosa, aromaticità penetrante. Perfetto per menu degustazione ad alto impatto scenico.

Un’occasione per distinguersi

Per i ristoratori e i pastry chef che vogliono offrire un’esperienza sensoriale non replicabile altrove, puntare sul cioccolato di Dubai significa entrare in una narrazione di lusso, innovazione e contaminazione culturale. Non è solo un ingrediente: è un posizionamento.
In un mondo in cui il cioccolato è ovunque, quello di Dubai è dove meno te lo aspetti, con tutto lo stupore del deserto.


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