Gestione delle emozioni sul lavoro: un fattore chiave di performance

Enrico Spinelli

Enrico Spinelli

Negli ambienti professionali, le emozioni sono fondamentali e dovrebbero essere riconosciute e ascoltate per trasformarsi da fattori critici a preziose alleate nella gestione quotidiana delle sfide aziendali. Sebbene se ne parli poco, le aziende sono colme di emozioni: paura, rabbia, entusiasmo, insoddisfazione… Le aziende sono fatte di persone, con cuori, paure, speranze e aspettative.

L’impatto delle emozioni sul rendimento aziendaleemozioni lavoro ristorazione

Parlare di emozioni sul lavoro non è semplice. In molti ambienti prevale ancora una visione materialista, focalizzata solo sul risultato. È però dimostrato che il rendimento cresce quando le persone vivono benessere emotivo mentre cala drasticamente in presenza di mancanza di rispetto o comportamenti aggressivi e sminuenti. Numerosi studi dimostrano questo ma le statistiche indicano un aumento dei comportamenti scorretti da parte di figure gerarchiche. Se chi comanda non ha competenze nella gestione emotiva, può distruggere l’energia in azienda, generando collaboratori demotivati.
Spesso i processi di change management falliscono perché trascurano l’ascolto, sottovalutando la componente umana. Se le emozioni sono viste come risorsa, la prospettiva cambia: ascoltare sé stessi è un valore, poiché ciò che proviamo non parla di ciò che vediamo, ma di come guardiamo le cose. Riconoscere i sentimenti e attribuirvi un senso aiuta a comprendere le situazioni, superare ostacoli e liberare energia positiva. Per questo è essenziale promuovere una cultura emozionale, specie in ambito HR, troppo spesso affidata al caso o al buon senso.

Ma cosa sono le emozioni?

Le emozioni sono processi multicomponenziali, articolati in più componenti, con decorso temporale in evoluzione. Segnalano un cambiamento percepito come rilevante, interno o esterno.
I benefici di una cultura emozionale sono molteplici: migliorano le relazioni, il benessere complessivo e il senso di appartenenza. Curare le emozioni sul lavoro trasforma un gruppo in un team, facendo emergere il meglio da ciascuno. È un tema ancora controverso, ma sempre più riconosciuto, anche grazie ai libri di Goleman sull’intelligenza emotiva. Il fattore emozionale in azienda richiede sensibilità e cultura, basata sulla preparazione e consapevolezza di chi ne è responsabile.

Gestire le emozioni migliora la performance?

Diversi studi mostrano che le persone emotivamente intelligenti sono meno soggette a comportamenti devianti. Ricevono maggiore stima dai pari, gestiscono meglio lo stress e hanno relazioni più soddisfacenti. Questa abilità è centrale in ogni contesto relazionale, come quello lavorativo, dove l’Intelligenza Emotiva (IE) è cruciale per la job performance. Riconoscere e comprendere le emozioni proprie e altrui aiuta a valutare gli eventi, prendere decisioni rapide e consapevoli, e riflettere su cause e conseguenze. Saper gestire le emozioni significa regolarne intensità e durata, trasformarle, superare conflitti e motivarsi con pensieri e obiettivi. Dialogare con le emozioni è fondamentale: non ci informano su ciò che vediamo, ma su come guardiamo. Se c’è paura, si percepisce una minaccia; se rabbia, un ostacolo da superare; se tristezza, una perdita; se entusiasmo, un allineamento con desideri e aspettative. Riconoscere questi vissuti aiuta a comprendere e superare le difficoltà.

Cosa rende le emozioni alleate?emozioni colleghi ristorazione

Il primo passo è riconoscere che le emozioni sono sempre in gioco, ancor più nei cambiamenti. Diventa quindi strategico sviluppare una cultura emozionale, specie nelle HR, per potenziare ascolto e comprensione verso colleghi, collaboratori e clienti. I percorsi di coaching individuali e di gruppo aiutano le persone a parlarsi e ascoltarsi, e le aziende a leggere le emozioni e trasformarle in ottica evolutiva, soprattutto in situazioni critiche (ristrutturazioni, maternità, cambi mansione, fusioni ecc.).
I vantaggi? Migliori relazioni, più accesso alle risorse individuali e di gruppo, maggiore benessere e coinvolgimento in un’organizzazione più “umana”. Siete pronti al cambiamento?
Un ponte verso le emozioni, anche in contesti rigidi, è partire dai valori. I valori ispirano le azioni, e le emozioni influenzano le azioni, avvicinandoci o allontanandoci dai risultati.

4 ingredienti fondamentali per i “clienti interni”:

1. Autoconsapevolezza: capire sé stessi, punti di forza e debolezze. Essere connessi alla propria esperienza emotiva ci fa capire come le emozioni influenzano pensieri e azioni.
2. Autogestione: saper gestire emozioni stressanti e riconoscere quelle positive. Scrivere le emozioni su carta e rileggerle più avanti aiuta ad analizzarle meglio.
3. Consapevolezza sociale: riconoscere ed empatizzare con le emozioni altrui. Meno egocentrismo e più attenzione ai segnali non verbali degli altri.
4. Gestione delle relazioni: lavorare efficacemente con gli altri, risolvere conflitti, motivare e ispirare. Usare umorismo, gioco e risate per ridurre lo stress e favorire la collaborazione.
Come ogni competenza, anche l’intelligenza emotiva può essere migliorata.
Come? Molto importante è essere valutati dagli altri. Il feedback esterno aiuta a riflettere, essere onesti con sé stessi e lavorare sulle proprie emozioni.

Un consiglio? Prendiamo le emozioni molto sul serio

Gli HR, in particolare, siano attenti alla cultura emozionale dell’azienda e la coltivino con attività mirate:
Ascolto empatico: profondo, senza giudizio;
Coaching individuale: per sviluppare autonomia;
Team coaching: per risolvere conflitti;
Team building: per rafforzare lo spirito di squadra.
Nessuna tecnologia, prodotto o servizio sarà davvero vincente senza un vero Focus sul Capitale Umano, primo investimento.


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