
Il Salame di Varzi DOP rappresenta una delle espressioni più autentiche della salumeria del Nord Italia. Nasce nell’Oltrepò pavese montano, tra le valli Staffora e Tidone, un’area di confine che guarda alla Lombardia ma parla la stessa lingua gastronomica dell’Emilia occidentale. È qui che questo salume trova il suo habitat ideale e, non a caso, viene oggi largamente impiegato nelle cucine e nelle pizzerie emiliane, dove si apprezza per dolcezza, equilibrio e versatilità.
Origini: tra castelli medievali e vie del sale
La storia del Salame di Varzi affonda le radici nel Medioevo, quando i monaci e i feudi longobardi introdussero le prime tecniche di conservazione delle carni suine tramite salagione e stagionatura naturale. Già nei documenti del XIII secolo si menziona il salame “de Varci”, un prodotto di pregio riservato alle mense nobiliari e ai monasteri dell’Appennino.
Il clima fresco e ventilato delle colline pavesi, unito all’esperienza dei norcini locali, ha favorito la nascita di un salume unico: la temperatura costante e l’umidità dell’area garantiscono una maturazione lenta e regolare, che ne affina l’aroma e la consistenza.
Le vie commerciali che univano Genova a Piacenza e successivamente Varzi a Parma permisero al salame di diffondersi anche in Emilia, dove divenne presto protagonista dei taglieri e delle cucine più raffinate.
Oggi la denominazione DOP (Denominazione di Origine Protetta) tutela questa eredità secolare, stabilendo regole precise su materie prime, lavorazione e stagionatura. Solo carni suine pesanti italiane, taglio a punta di coltello o a grana grossa, sale, pepe, aglio e vino rosso locale: pochi ingredienti, ma dosati con maestria.
Caratteristiche organolettiche: equilibrio e identità
Il Salame di Varzi DOP non è un ingrediente adatto alla cucina professionale: ogni fetta racconta la storia del territorio e riflette la maestria dei norcini dell’Oltrepò pavese. Le sue caratteristiche organolettiche lo rendono versatile, capace di conferire sapore e struttura ai piatti senza sovrastarli, e lo trasformano in un elemento chiave per pizze, taglieri e preparazioni gourmet.
• Aspetto al taglio: pasta rossa vivace con venature di grasso bianco perlaceo; la macinatura grossolana (non inferiore a 12 mm) garantisce una texture rustica, naturale e visivamente invitante.
• Consistenza: impasto morbido ma compatto, succoso al morso; la stagionatura, che varia da 45 a 120 giorni a seconda della pezzatura, sviluppa una masticabilità armoniosa, mai fibrosa né eccessivamente asciutta.
• Aroma e gusto: profumo fragrante e speziato, con note di pepe, vino e un leggero accenno di aglio; il sapore è dolce, rotondo e persistente, con retrogusto equilibrato che richiama frutta secca e spezie nobili.
Il risultato è un salume che unisce equilibrio, intensità controllata e identità territoriale, ideale per chi desidera valorizzare gli ingredienti dei propri piatti senza mai sovrastarli.
Perché il Salame di Varzi “funziona” in ristorazione e pizzeria
Il segreto del suo successo sta in due fattori tecnici fondamentali:
Equilibrio grasso/magra — La presenza calibrata di grasso nobile (circa 30%) assicura morbidezza e aromaticità, rendendolo adatto a preparazioni calde e fredde.
Struttura cremosa ma non unta — Si scioglie al palato, mantenendo integrità anche in cottura. Questo consente di impiegarlo sia crudo (per valorizzare il taglio) sia leggermente scaldato, per esaltarne l’intensità.
Per lo chef e il pizzaiolo, ciò significa versatilità e costanza sensoriale: ogni fetta di Varzi porta sapidità e dolcezza in equilibrio perfetto senza sbavature.
Impieghi pratici in pizzeria e ristorazione
In pizzeria
Pizza rustica (cottura in forno): posizionare il salame a metà cottura o subito dopo l’uscita dal forno. Evitare temperature troppo alte per non fondere eccessivamente il grasso.
→ Esempio gourmet: pizza bianca con crema di patate, Salame di Varzi e scaglie di Grana, completata con un filo di olio evo all’uscita.
Pizza dopo-cottura: per pizze gourmet con burrata, rucola, o riduzioni di aceto balsamico, aggiungere il salame a crudo a 60–70 °C (pizza appena sfornata).
Taglio consigliato: fettine sottili (1–2 mm) per garantire equilibrio visivo e aromatico, oppure piccoli bocconi sgranati a mano per pizze rustiche o al taglio.
In cucina e ristorante
Taglieri e antipasti freddi: affettatura più spessa (2–3 mm) per evidenziare la morbidezza; servire a temperatura ambiente, accompagnato da pane rustico o gnocco fritto.
Antipasti caldi: eccellente su crostoni con cipolla caramellata o formaggi fusi (Taleggio, Gorgonzola dolce). Il grasso nobile amplifica il sapore e crea un effetto vellutato.
Primi piatti: sbriciolato e scottato leggermente in padella può insaporire risotti, paste ripiene o pici all’uovo.
Panini e focacce: perfetto con formaggi a pasta molle o stagionata; la nota dolce contrasta bene con mostarde o verdure in agrodolce.
💡 Suggerimento tecnico: per esaltare l’aroma naturale, togliere il salame dal frigorifero 15 minuti prima del servizio. L’aumento termico libera i composti aromatici volatili e migliora la percezione di umami.
Abbinamenti consigliati (vino, formaggi e contorni)
Il Salame di Varzi DOP si presta a molteplici abbinamenti, capaci di esaltarne l’aromaticità, la dolcezza e la naturale ricchezza di umami. Scegliere il giusto accompagnamento permette di creare piatti equilibrati, dai taglieri ai panini gourmet, fino alle pizze più raffinate, valorizzando ogni fetta senza sovrastarla.
Vini:
• Bonarda dell’Oltrepò Pavese: fresco e fruttato, con tannini moderati che bilanciano il grasso del salume.
• Barbera giovane: acidità vivace e leggerezza aromatica, ideale per piatti rustici e pizze.
• Lambrusco secco: un richiamo emiliano, perfetto con taglieri o preparazioni calde; l’effervescenza pulisce il palato e valorizza le note speziate.
Formaggi:
• Taleggio e Robiola: cremosi e leggermente aciduli, esaltano il contrasto dolce-salato.
• Ricotta stagionata: aggiunge sapidità e struttura alle preparazioni calde o crostoni.
• Parmigiano Reggiano 24 mesi: conferisce note umami e croccantezza se servito a scaglie, perfetto nei taglieri misti.
Condimenti e accostamenti dolci:
• Miele di castagno: equilibrio dolce e persistente.
• Mostarda mantovana: leggermente piccante, ideale per contrastare il sapore ricco del salame.
• Confetture di cipolle rosse o fichi caramellati: aggiungono aromi complessi e profondità, valorizzando la rotondità del gusto del salume.
Queste combinazioni creano un contrasto armonico dolce-salato, esaltando la complessità aromatica del Salame di Varzi e aumentando la percezione di umami, rendendolo protagonista senza mai coprire gli altri ingredienti.
In cucina professionale e in pizzeria, questi abbinamenti diventano strumenti pratici per costruire piatti bilanciati, gourmet e dal grande impatto sensoriale.
L’umami del Salame di Varzi
Durante la stagionatura naturale, le proteine della carne si degradano in amminoacidi liberi (come il glutammato) e piccoli peptidi aromatici. Questi composti sono responsabili della sensazione di umami, la “quinta dimensione del gusto” che conferisce profondità e persistenza.
In termini pratici, questo significa che il Salame di Varzi:
• amplifica la sapidità del piatto senza aggiungere sale,
• esalta i lattici nei formaggi,
• migliora la percezione del pomodoro nelle pizze rosse,
• bilancia la dolcezza di impasti e salse.
Un alleato naturale per chi lavora sulla costruzione del gusto e vuole ottenere piatti più completi e armonici.
Checklist professionale per la cucina
Il Salame di Varzi DOP non è solo un salume da tagliere: è un ingrediente funzionale e gastronomico, capace di esaltare pizze, panini, antipasti caldi e freddi grazie al suo equilibrio aromatico, alla consistenza morbida e alla naturale ricchezza di umami. Per chef e pizzaioli professionisti, conoscere dosi, taglio e conservazione ottimale è fondamentale per ottenere sempre il massimo risultato sensoriale.
| Taglio per taglieri | 2–3 mm per valorizzare la morbidezza e la succosità; servire a temperatura ambiente per sprigionare aromi. |
| Taglio per pizza | Fettine sottili da 1–2 mm o spezzettato a mano; aggiungere a metà o fine cottura per preservare aroma e consistenza. |
| Temperatura di servizio | Togliere dal frigorifero 10–15 minuti prima del servizio per esaltare profumi e sapori. |
| Conservazione | Avvolgere in carta alimentare o pellicola; conservare a +2/+6 °C in ambiente poco umido. |
| Shelf life post-apertura | Consumare entro 10–15 giorni; controllare colore, aroma e consistenza prima del servizio. |
| Abbinamenti rapidi | Vini: Bonarda dell’Oltrepò, Lambrusco; Formaggi: Taleggio, Parmigiano Reggiano; Condimenti: miele di castagno, mostarda. |

