
La musica nei ristoranti e nei locali non è più un semplice accompagnamento, ma un vero e proprio strumento strategico per arricchire l’esperienza gastronomica, influenzare le scelte dei clienti e rafforzare l’identità del locale. Sempre più ristoratori italiani sperimentano soluzioni creative, dalla musica d’ambiente selezionata al live performance, per trasformare ogni pasto in un momento sensoriale completo.
Il ruolo della musica nella scelta del locale
Secondo le ultime rilevazioni Fipe-Siae, il 60% degli italiani considera la musica un fattore determinante nella scelta del locale, mentre il 25% sarebbe disposto a pagare un piccolo supplemento per vivere un’esperienza musicale di qualità. I numeri parlano chiaro: nel 2024, 42.873 locali hanno ospitato eventi musicali dal vivo o con musica registrata, mentre 110.226 esercizi hanno sfruttato la musica d’ambiente per arricchire l’offerta. Milano, Roma e la Lombardia guidano la classifica, con un trend in crescita costante negli ultimi dieci anni.
La musica non influenza solo l’atmosfera, ma anche la permanenza dei clienti e la percezione dei sapori. Studi recenti confermano che melodie armoniose esaltano il dolce, ritmi lenti favoriscono un pasto più rilassato e sonorità più intense stimolano emozioni forti, potenziando l’esperienza gastronomica complessiva.
Esperienze innovative: dalla carta dei piatti alla carta delle canzoni
Alcuni ristoratori italiani stanno sperimentando approcci innovativi per integrare la musica nella ristorazione. Tra i casi più citati, il ristorante Pipero di Roma propone una vera e propria “carta delle canzoni”, permettendo ai clienti di scegliere la colonna sonora del proprio pasto. In questo modo, la musica diventa un elemento interattivo, capace di personalizzare l’esperienza e rafforzare il legame emotivo con il locale.
Anche nei locali più informali, come cocktail bar e pub, la musica viene studiata in base al momento della giornata e al target di clientela: playlist curate per aperitivi, live session per serate speciali o musica d’ambiente per pranzi e cene più tranquille.
Benefici e criticità: equilibrio tra creatività e normativa
L’uso della musica comporta vantaggi evidenti: rafforza l’identità del locale (36,7%), stimola la socialità (15,7%) e favorisce la scoperta di nuovi artisti (22,2%). Tuttavia, ci sono anche vincoli da rispettare. Licenze Siae, supplementi comunicati chiaramente e distinzione tra musica accessoria e intrattenimento principale sono obblighi imprescindibili per evitare contestazioni legali e tutelare autori ed esercenti.
Come sottolinea Lino Enrico Stoppani, presidente Fipe:
«La musica è un acceleratore di convivialità che fa bene alle persone e alle città. I pubblici esercizi sono luoghi di socialità, cultura e innovazione».
Matteo Fedeli, direttore generale Siae, aggiunge:
«Considerare la musica come contenuto creativo e non accessorio è fondamentale. Solo così si garantisce un uso corretto, sostenibile e rispettoso dei diritti d’autore».
La musica come strumento di identità e fidelizzazione
Ristoranti di alta gamma e locali di tendenza stanno scoprendo che la musica può diventare un vero elemento distintivo, rafforzando il brand e la relazione con i clienti. Playlist pensate per ogni piatto, vinili selezionati o performance live inedite contribuiscono a creare un ricordo sensoriale indelebile. La sfida, per ogni ristoratore, è calibrare il volume, il genere e il timing per valorizzare il percorso gastronomico senza sovrastarlo.
La musica nei ristoranti non è più un optional: è un ingrediente strategico dell’esperienza gastronomica, capace di stimolare emozioni, aumentare la permanenza e promuovere la cultura musicale. Ma, come ogni ingrediente pregiato, richiede equilibrio, coerenza e attenzione alle normative. Chi riuscirà a combinare sapori e note, creatività e trasparenza, otterrà un vantaggio competitivo significativo in un settore sempre più orientato all’esperienza.



