Alla scoperta dei vini fascinosi della Valtellina

Luca Gardini

Impossibile trascurare l’importanza vitivinicola della Valtellina. La storia del successo commerciale di quella che è, dati alla mano, l’area terrazzata più vasta d’Italia (820 ettari declinati in circa 2500 km di ‘terrazze’) è antichissima, e legata in particolare al vino, dato che la produzione, in quell’anfiteatro naturale rappresentato dalle Alpi Retiche, è tradizione consolidata, fonte sia di autoconsumo che di reddito, vista la vicinanza con il confine Svizzero; si tratta di una viticoltura cosiddetta ‘eroica’, viste le condizioni non esattamente agevoli in cui viene praticata, ma origine di vini esportati, con successo, già dal Medioevo.

Valtellina

Storia e cultura della Valtellina

La religione, in Valtellina, si chiama Nebbiolo (qui ribattezzato Chiavennasca) declinato in diverse versioni, Rosso di Valtellina DOC e Valtellina DOCG – a sua volta ulteriormente arricchita dalle sottozone Maroggia, Sassella, Grumello, Inferno e Valgella – per una batteria compattissima, completata dallo spettacolare Sforzato (o Sfursat) e dalla denominazione Terrazze Retiche di Sondrio IGT, in cui confluiscono tutte le altre tipologie, compresi gli spumantizzati.

Schermato dagli influssi delle correnti alpine, correttamente irraggiato, ricco sia orograficamente che in termini di biodiversità, con il corredo della brezza proveniente dal lago di Como, il territorio della Valtellina non ha mai fatto mistero delle sue potenzialità. Vendemmie manuali, svolte con la particolarità delle ‘gerle’, utilizzate dai ‘portini’ per muoversi sugli appezzamenti scoscesi, contribuiscono a vini fascinosi.

Qui il territoriale per eccellenza ha come compagni di viaggio la Pignola, la Rossola, la Prugnola, oltre al Merlot e al Pinot Nero, utilizzati qui come uve da taglio. A seguire una scelta di etichette rappresentative della produzione territoriale, relativa agli ultimi assaggi effettuati presso il Consorzio Vini di Valtellina, che al solito ringrazio per la disponibilità.

La selezione della Valtellina di Luca Gardini

LA PERLA
Valtellina Superiore DOCG Riserva Elisa 2016
Una vicenda recente, quella di Cantina La Perla di Marco Triacca, 3,5 ettari coltivati in Tresenda di Teglio, versante orientale della denominazione, ma la cui storia famigliare è parte essenziale della leggenda vitivinicola della Valtellina, da ben 125 anni. Una Riserva di lucida perfezione, da materia prima impeccabile. Naso con note di mirtillo, eucalipto e rabarbaro. Al gusto croccante-teso, di grande densità, con ritorno fruttato-balsamico e finale di bellissima persistenza.

ALDO RAINOLDI
Sfursat di Valtellina DOCG 2019
La narrazione vitivinicola Valtellinese non può prescindere da un’azienda di grande radicamento come Aldo Rainoldi. Si inizia nel 1925, sempre a Chiuro, quando il capostipite Aldo decide di avviare un’attività di commercializzazione vinicola. Successivamente, dalla metà degli anni ’50, il figlio Giuseppe trasforma il business in imbottigliamento a marchio. Uno Sforzato di tensione e precisione, questo, con naso che si apre su note di susina selvatica, con accenni di rabarbaro e ginepro. Al palato è salmastro-iodato, con ritorno fruttato e del sottobosco. Finale di densità e croccantezza.

MARCO FERRARI
Valtellina Superiore DOCG Inferno 2021
Un recentissimo progetto a tinte bio e a conduzione familiare quello che ha portato Marco Ferrari, una carriera nell’enologia, alla Valtellina, destinazione tutt’altro che casuale, data la convinzione che sia proprio questo il terroir idoneo ad esprimere la sua idea vitivinicola. Vigne di 75 anni, collocate a 400/550 metri slm, per questo Inferno, una bella espressione di viticoltura di prossimità. Naso di freschezza, note di melagrana, rosa canina, tocchi di pepe bianco e ginepro, alla beva succoso-sapido, con ritorno fruttato-floreale.

SCERSCÉ
Sforzato di Valtellina DOCG Infinito 2019
Cristina Scarpellini è uno dei simboli di quelle sliding doors del mondo del vino che mi piace così tanto raccontare. Nella vita precedente avvocatessa di successo, rimane affascinata dalla provincia di Sondrio tanto da trasformarsi in vignaiola, con un progetto d’eccezione e di grande successo, confermato da questo, uno degli Sforzati più riusciti sul mercato, paradigma di tensione e densità. Al naso sentori di more di rovo, con sferzate di arancia rossa e note di eucalipto, al gusto tannini salino-salmastri, grande freschezza di beva e ritorno balsamico.

ARPEPE
Valtellina Superiore DOCG Sassella Riserva Rocce Rosse 2016
Marchio-simbolo della Valtellina, Ar.Pe.Pe., acronimo del fondatore Arturo Pellizzatti Perego, è da anni anche sinonimo di produzione di eccellenza, ormai sulle labbra degli appassionati di tutto il mondo. Il Riserva Rocce Rosse è una gemma in una produzione di altissimo livello medio, bottiglia-simbolo delle potenzialità della Chiavennasca: lunga macerazione, 34 mesi di affinamento, mozzafiato già dal naso: mirtillo rosso, sentori di chiodi di garofano e peonia. Al gusto denso, compatta, dai tannini sapidi e lunghissima persistenza.

NINO NEGRI
Sforzato di Valtellina DOCG 5 Stelle Sursat 2020
La grande firm di Chiuro, attiva dalla fine dell’800, è indubbiamente uno dei patrimoni vitivinicoli nazionali. Grande varietà di terreni ed esposizioni, curati con rigore, che associati ad una proverbiale pulizia in cantina, si trasforma in etichette-simbolo, come questo Sforzato, naso balsamico, di ribes nero in confettura, bacche di ginepro, foglia di pepe e liquerizia, bocca salmastra-sapida, densa e compatta, con ritorno fruttato e del sottobosco ed eccellente persistenza.


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