Il boom del fast food vegetariano (vegano)

Quando Pret a Manger decise di aprire a Londra il suo primo locale completamente vegetariano, quasi nessuno si sarebbe aspettato un successo del genere. Invece, a 365 giorni dall’apertura del ristorante, la volontà della catena britannica è radicalmente cambiata: aprire altre filiali che servano solo cibi che non contengano carne e pesce.
Il bello di tutto questo è che tale proposta è nata quasi per gioco; infatti, l’avvio del locale, nell’intenzione della dirigenza, serviva solo come esperimento mensile per valutare la risposta della clientela. Le vendite, invece, sono cresciute talmente tanto che la soluzione più intelligente è stata quella di tenere aperto a tempo indeterminato.
L’arrangiamento vegetariano del marchio, Veggie Pret, tinto di verde per l’occasione, che ha aperto i battenti a Londra, nel centralissimo quartiere di Soho, continuerà quindi a deliziare i suoi clienti per molto tempo ancora. Anzi, è in programma una moltiplicazione, magari convertendo altri classici Pret in ‘green’.
 
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Questo perché la dieta vegetariana non è affatto una dieta restrittiva: la tendenza a mangiare senza carne e derivati è sempre più diffusa, e l’esperienza culinaria si fa sempre più ampia. Come testimonia l’esperienza di Pret.
Infatti, la metà dei clienti di Veggie Pret sono carnivori. Non si tratta di una scelta definitiva permanente, ma di avere la possibilità di scegliere. Super insalate proteiche, smoothie pieni di vitamine, pasti leggeri ma sazianti sono spesso quello che un lavoratore in pausa pranzo cerca. Le persone, aggiunge, sono sempre più curiose di provare e sperimentare piatti diversi, tanto che le pietanze vegan sono tra le best seller del negozio. Un successo che dovrebbe far riflettere molti imprenditori del mondo del food.
 
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