Nel mondo del vino, dove tradizione e innovazione si intrecciano in ogni bottiglia, un dettaglio solo in apparenza marginale sta guadagnando un ruolo da protagonista: la capsula. A confermarlo è uno studio condotto da SenseCatch per Crealis, presentato al Trentodoc Festival, che arriva a poche settimane dalla decisione del Comité Champagne di eliminare l’obbligatorietà della capsula sulle bottiglie di vino. Eppure, i dati dimostrano che la sottile lamina protettiva non è soltanto un accessorio tecnico: la sua presenza influenza in modo significativo la scelta del consumatore, oltre a rafforzare la percezione di valore, sicurezza e qualità del vino.
Il Fascino della bottiglia “vestita”
Secondo la ricerca, nove consumatori su dieci prediligono bottiglie dotate di capsula, e nel caso degli spumanti la preferenza raggiunge il 100%. Ma perché? Non si tratta solo di igiene o protezione del tappo: la capsula agisce come un vero e proprio strumento di marketing sensoriale. Angela Pirovano, Marketing & Communication Manager Italy di Crealis, sintetizza l’effetto con un paragone curioso: “La capsula sta alla bottiglia come il cappello alla Regina Elisabetta.” Un piccolo dettaglio capace di conferire eleganza, completezza e riconoscibilità.
La presenza della capsula aumenta la percezione di pregio e sicurezza: le bottiglie “vestite” sono giudicate più raffinate, autentiche e curate. Al contrario, quelle senza capsula trasmettono un’immagine più artigianale, meno protetta e a volte incompleta. Questo impatto si riflette anche sul prezzo percepito e sulla propensione all’acquisto.
Neuromarketing e esperienza sensoriale
Lo studio ha combinato tecniche di neuromarketing con interviste qualitative, analizzando le reazioni di un panel di consumatori (donne e uomini tra i 25 e i 50 anni) attraverso eye-tracker e sensori biometrici. Il percorso comprendeva tre momenti chiave: scelta a scaffale, interazione con la bottiglia e degustazione. I risultati sono sorprendenti: anche durante la degustazione, lo stesso vino è percepito in modo diverso se proveniente da una bottiglia con capsula, con valutazioni di gusto e aromaticità più elevate.
La capsula non solo cattura lo sguardo, ma coinvolge anche il tatto: texture, brillantezza e colori creano un legame emotivo immediato, rafforzato dall’apertura della bottiglia. Questa esperienza multisensoriale si traduce in un maggiore engagement e in un aumento della probabilità di acquisto.
Design, storia e brand
Un elemento chiave emerso dallo studio riguarda la sinergia tra capsula ed etichetta: insieme raccontano la storia del brand e ne valorizzano l’identità. La capsula diventa così un “magnete visivo” a scaffale, capace di distinguere un vino dagli altri, anche in contesti molto competitivi. Inoltre, la sua funzione protettiva non passa inosservata: soprattutto nei vini rossi e negli spumanti, il consumatore associa la capsula a igiene, sicurezza e attenzione al dettaglio.
La capsula: un piccolo dettaglio dal grande impatto
In un mercato in cui il gusto degli italiani cambia e le bottiglie biologiche o innovative guadagnano terreno, la capsula resta un elemento determinante nella decisione d’acquisto. Non si tratta più solo di un accessorio tecnico, ma di un vero e proprio strumento di marketing sensoriale che rafforza la percezione di qualità, eleganza e autenticità del vino.
In altre parole, una piccola lamina può fare la differenza tra una bottiglia che passa inosservata e una che conquista lo scaffale e il cuore del consumatore. Un dettaglio che, nel mondo del vino, conferma ancora una volta che l’apparenza conta… Ma solo quando è sapientemente curata.