Settore alimentare: come combattere caro prezzi e aumenti

L’attenzione degli italiani verso la spesa rimane elevata, soprattutto nel settore alimentare. Nonostante i deboli segni di rallentamento dell’inflazione, i consumatori reagiscono al protratto stress finanziario con maggiore frugalità. Questo influisce sulle loro scelte d’acquisto, dal preferire la qualità alla marca e alla modalità di acquisto.

Strategie delle aziende alimentari

In questo scenario, le aziende del settore alimentare devono adottare strategie per servire i bisogni dei consumatori e rimanere redditizie, evitando che il prezzo sia l’unico fattore di differenziazione. Esistono altri aspetti, oltre al prezzo, che possono creare un vantaggio competitivo agli occhi dei consumatori. Conoscere i diversi driver di spesa nel settore alimentare può aiutare le aziende a individuare leve alternative al prezzo per crescere e creare valore.

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L’inflazione continua a pesare sui bilanci familiari, soprattutto per quanto riguarda il costo dei generi alimentari. Sebbene l’abbassamento dei prezzi dell’energia abbia contribuito a rallentare l’aumento dei costi negli ultimi mesi, solo di recente si è notato un calo anche per alcuni prodotti alimentari, i cui prezzi avevano subito un notevole aumento all’inizio dell’anno.

Spesa alimentare come preoccupazione principale

Attualmente, la spesa alimentare rimane una delle principali preoccupazioni per i consumatori, poiché rappresenta una voce inevitabile che catalizza la pressione finanziaria, soprattutto per le fasce più deboli della popolazione, le quali destinano una parte significativa del proprio budget ai generi di prima necessità, come il cibo. Nel corso del 2023, le famiglie con minore capacità di spesa sono state le più colpite dall’aumento dei prezzi alimentari, con una percentuale di impatto del 13%, rispetto all’8% delle famiglie con maggior disponibilità economica.

Inoltre, nonostante l’aumento dei costi della vita, i salari non hanno subito un adeguato aumento. Ciò ha portato a un indebolimento del potere d’acquisto e a una maggiore pressione sui risparmi, con molti consumatori che hanno utilizzato le somme accantonate durante le prime fasi della pandemia per far fronte ai recenti rialzi dei prezzi alimentari.

Preoccupazione dei consumatori per il caro prezzi

I dati ci dicono che il 51% degli italiani si è detto preoccupato per lo stato dei propri fondi destinati ogni mese alla spesa alimentare. Di fronte a questo scenario, molti consumatori si stanno mostrando prudenti negli acquisti, specialmente per quelli più costosi, con una significativa percentuale che intende posticipare le spese più ingenti. Questa prudenza potrebbe protrarsi nel tempo, poiché molti ritengono che i rincari dei prezzi continueranno anche nel mese successivo, soprattutto per quanto riguarda i ristoranti e i generi alimentari, dati leggermente superiori alla media internazionale.

L’accentuato desiderio di risparmiare emerge anche nelle modalità di spesa, incluso il settore alimentare. Si evidenza una tendenza sempre più marcata dei consumatori a fare scelte più oculate e a adottare compromessi per gestire situazioni di pressione finanziaria.

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Caro prezzi e l’impatto sulle aziende alimentari

L’attuazione della frugalità comporta inevitabili impatti sulle aziende nel settore alimentare, influenzando le strategie promozionali, di pricing e di comunicazione, nonché l’assortimento dei prodotti e le aspettative di volumi di vendita. In un contesto di attenzione alla spesa, trasferire ai consumatori i costi aggiuntivi derivanti dalla catena di approvvigionamento è ancora più complicato, date le sfide legate all’approvvigionamento e agli aumenti dei costi delle materie prime e dell’energia. L’80% delle imprese prevede di aumentare i prezzi nel 2024, ma meno della metà ritiene di poter farlo senza impattare la domanda.

Per continuare a crescere, le aziende devono identificare e potenziare leve di acquisto alternative o complementari al fattore prezzo. Analizzando altri parametri delle rilevazioni sui consumatori italiani, emerge che, nonostante l’attenzione alla spesa, gli italiani sono poco propensi a compromettere la qualità. Dopo la freschezza e il gusto, l’alta qualità del prodotto rappresenta il terzo fattore più importante nella scelta del cibo.

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Strategie di marketing della GDO 

Nell’analisi delle strategie di marketing della GDO, è essenziale considerare approcci innovativi oltre ai tradizionali sconti e volantini. Un focus sulla conoscenza dei consumatori e dei loro comportamenti alimentari è fondamentale. Secondo alcuni studi, emergono cinque tipologie di consumatori:

  • i Salutisti, che privilegiano la salute;
  • i Frugali, orientati al risparmio;
  • i Comodi, che cercano praticità;
  • i Gourmet, amanti della buona cucina;
  • i Sostenibili, sensibili alla sostenibilità.

Questi profili variano per età e reddito, con i Salutisti che aumentano con il reddito e i Frugali più diffusi nelle famiglie a basso reddito. Questa conoscenza dei consumatori può guidare le aziende nel ripensare le loro offerte per soddisfare le diverse esigenze del mercato.


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