Gli italiani e la carne: in crescita il consumo, ma non è ancora abbastanza

consumo carne nostrana

Crescono i consumi della carne nostrana

Secondo una ricerca svolta dall’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (Ismea), nei primi tre mesi dell’anno gli italiani hanno fatto un consumo di carne superiore del 5% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, consumando così circa 79 chili a testa di carne. Ai più, questi dati potrebbero sembrare positivi, in realtà, confrontandoli con i dati europei, l’Italia ha un consumo nettamente inferiore rispetto alla media. In Europa vengono consumati una media di circa 100 chili di carne procapite.

La causa dichiarano possa essere la tradizione italiana che tramanda ad oggi molteplici piatti dalle ricette vegetariane e vegane come il la famosa pasta e fagioli o lo sfizioso risotto allo zafferano, ma anche la parmigiana alle melanzane o la pasta alla norma.

Dall’altra parte invece cresce il business dei barbecue e delle grigliate che richiamano sempre più l’attenzione degli italiani che si sbizzarriscono sui social a condividere le proprie esperienze culinarie scambiandosi consigli su carni e cotture.

Nel 2016, secondo Libero, il fatturato per questo tipo di strumento di cottura è stato di 50.000 milioni di euro con la vendita di 350 mila barbecue.

Ma un’altra tipicità tutta italica è la passione per le carni pregiate. Chi mangia carne non si accontenta e punta sulla qualità, privilegiando prodotti che presentino certificazione d’origine come Dop (Denominazione di Origine Protetta) o Igp (Indicazione Geografica protetta). Queste sigle indicano legano indissolubilmente qualità e territorio.

Tra gli incrementi nei consumi c’è il maiale (con un +5,2% di vendite), vitello (con un +5,5%) e pollo (con un +5,3%). Si consuma però meno coniglio, i cui consumi scendono del 4,9%.

Fonte: ilgiornale.it


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