La cucina italiana entra nel Patrimonio Immateriale dell’Umanità: cosa significa per il settore della ristorazione

Cucina italiana
La decisione è arrivata a New Delhi, durante la riunione del Comitato intergovernativo dell’Unesco: la cucina italiana è ufficialmente patrimonio culturale immateriale dell’umanità, la prima al mondo a essere riconosciuta nella sua globalità. Un risultato storico che coinvolge direttamente l’intera filiera della ristorazione e dell’agroalimentare italiani.

Un modello culturale riconosciuto a livello mondialePatrimonio immateriale unesco

L’Unesco ha definito la cucina italiana come una “miscela culturale e sociale di tradizioni culinarie”, sottolineando la sua capacità di combinare benessere, cura di sé e degli altri, e trasmissione intergenerazionale dei saperi.
Non è dunque una singola ricetta o un prodotto tipico a essere tutelato, ma un sistema culturale basato su pratiche condivise, rispetto degli ingredienti e valore della convivialità.
Per i professionisti della ristorazione, si tratta di una conferma ufficiale del ruolo centrale del lavoro quotidiano: mantenere viva una tradizione che non è statica, ma in continua evoluzione.

Un primato nell’agroalimentareLogo candidatura patrimonio Unesco

Con questo nuovo riconoscimento, l’Italia consolida il suo primato mondiale nel settore agroalimentare all’interno della lista Unesco. Su 21 tradizioni italiane già tutelate, 9 appartengono all’universo del cibo:
• l’espresso italiano
• dieta mediterranea
• arte del pizzaiuolo napoletano
• transumanza
• vite ad alberello dello zibibbo di Pantelleria
• cerca e cavatura del tartufo
• sistemi irrigui tradizionali
• allevamento dei cavalli lipizzani
• oggi, la cucina italiana nel suo complesso
Un quadro che mette in evidenza quanto la cultura gastronomica sia parte integrante del patrimonio identitario nazionale.

Inclusione, sostenibilità e trasmissione dei saperi per la cucina italiana patrimonio unescoCucina italiana patrimonio

Tra gli elementi chiave che hanno portato al riconoscimento, l’Unesco evidenzia la dimensione comunitaria della cucina italiana:
• promuove l’inclusione sociale
• sostiene l’apprendimento intergenerazionale
• valorizza pratiche anti-spreco
• rafforza il senso di appartenenza e continuità culturale
Aspetti che si traducono, per il settore professionale, in un invito a continuare a investire su sostenibilità, formazione e qualità della materia prima.

Un risultato collettivo

Il dossier, curato dal giurista Pier Luigi Petrillo ha mostrato come la cucina italiana sia frutto di un lavoro diffuso nelle comunità e nelle imprese.
Ed è proprio qui che il riconoscimento diventa concreto: nella responsabilità quotidiana di chef, ristoratori, pizzaioli, produttori, formatori.
Chi opera nella ristorazione non è solo interprete, ma custode e innovatore di un patrimonio ora ufficialmente tutelato a livello mondiale.


Potrebbero interessarti anche