Dazi americani: mancato pericolo del rincaro per l’Italia

Facciamo il punto della situazione anche sui dazi americani. Tutti aspettavano la revisione della lista dei prodotti soggetti ai dazi americani. Lo scorso ottobre, gli Usa avevano emanato questa speciale regolamentazione in seguito della sentenza del Wto sul caso Airbus. Anche in Italia, si aspettava con ansia il 15 febbraio, data in cui gli Usa hanno proclamato di fatto le sorti per i prodotti del nostro paese.

Per fortuna, l’Italia esce indenne dalla revisione dei dazi americani. L’ufficio el rappresentante Usa per il commercio (Ustr) ha riportato i codici doganali. Sia nella lista di ottobre che in quella odierna, i prodotti italiani non risultano colpiti. L’Italia può tirare un sospiro di sollievo. Non c’è il rischio che la revisione possa estendersi ad altri settori del nostro export sul mercato Usa.

Inoltre, gli Usa hanno deciso di non alzare i dazi al 25% a diversi prodotti europei. Tra questi, era compreso anche il Parmigiano. Dunque, l’Italia non verrà colpita dall’inasprimento. Ci sono state però delle modifiche della lista che mirano a colpire prodotti importati da Francia e Germania. L’ufficio per il commercio Usa comunica che la lista delle merci colpite sarà modificata.

In sintesi, gli Usa hanno inasprito i dazi dal 10 al 15% sui velivoli Airbus importati dall’Europa, a partire dal 18 marzo. E questo sempre in seguito alla sentenza Wto contro i sussidi pubblici europei al consorzio Airbus.
Nell’ottobre 2019, Washington aveva imposto tariffe sugli aerei di Airbus e sui vari prodotti europei. Prodotti in gran parte appartenenti al settore agroalimentare, anche italiano. Ad oggi, però, gli USA si dichiarano disponibile a raggiungere un accordo. Questo dovrà però essere negoziato sempre in base alla disputa Airbus.

 

Ministra Teresa Bellanova: la collaborazione tra Italia e Europa

La Ministra delle politiche agricole alimentari e forestali della Repubblica Italiana dichiara che la cooperazione tra Italia ed Europa ha dato i suoi frutti. L’agroalimentare italiano è salvo. Le eccellenze Made in Italy non subiranno danni.
Il 30 gennaio scorso, Bellanova aveva incontrato anche il Segretario all’Agricoltura Usa Perdue. Nell’incontro, la Ministra aveva ribadito chiaramente di tenere l’agroalimentare italiano fuori dalla vicenda Airbus. Il Segretario Usa si era dimostrato disponibile. Oggi, i risultati dell’impegno politico si fanno sentire. La Ministra ci tiene anche a ribadire che azione di sistema vuol dire anche capacità e autorevolezza in Europa e presidio costante dei tavoli europei.
Per Di Maio, i prodotti italiani escono indenni anche grazie alla diplomazia e all’amicizia che intercorre tra Italia e Usa. Sono salvi i vini, l’olio d’oliva e gli altri prodotti italiani che rischiavano dazi fino al 100%.

 

Consorzio Parmigiano Reggiano: il Parmigiano è indennità dai dazi

Il Consorzio del Parmigiano Reggiano è entusiasta. Gli Usa hanno deciso di non alzare i dazi al 25% imposti lo scorso ottobre. Il Consorzio racconta con entusiasmo di come si è lavorato nella direzione giusta. Si è fatto squadra con le altre Indicazioni Geografiche e si ha avuto fede nella Commissione Europea.
Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, indica quindi la necessità di confidare nell’Europa come Istituzione. Il mercato americano rappresenta il secondo mercato estero per il Parmigiano. Dunque, i dazi americani riguardano in prima linea il prodotto italiano. Ben 10 mila tonnellate di prodotto viene esportato ogni anno negli Usa. E ha ancora enormi possibilità di crescita.
La bella notizia riguardo al fatto che gli Usa non incrementeranno i dazi, di sicuro, getta un clima più disteso. Addirittura, si auspica un requilibrio dl mercato con un prezzo all’origine più alto.

grana padano dazi americani
 

Consorzio Vino Chianti tira un sospiro di sollievo dagli Usa

Giovanni Busi, presidente Consorzio Vino Chianti, si dice grato al governo americano. Il Consorzio può tirare un sospiro di sollievo, dopo mesi di apprensione. L’Italia non sarà colpita. E il mercato americano resta un asset fondamentale per l’export di Chianti. Negli ultimi decenni, gli Usa hanno dimostrato un forte interesse ed apprezzamento verso i prodotti italiani. Dopo la sentenza favorevole, gli imprenditori italiani riprendono con serenità la loro attività, pronti a investire ancora di più.

vino bianco
 

L’analisi di Coldiretti

Per Coldiretti, invece, l’export di Parmigiano Reggiano e di Grana Padano si è dimezzato negli Stati Uniti. L’analisi della Coldiretti conferma per l’Italia l’applicazione di tariffe aggiuntive del 25%. Queste tariffe verranno applicate su circa mezzo miliardo di euro di esportazioni di prodotti agroalimentari nazionali. I prodotti colpiti saranno: Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Gorgonzola, Provolone, Asiago, Fontina. Ma anche salami, mortadelle, crostacei, molluschi agrumi, succhi e liquori come amari e limoncello.
Per Coldiretti, le esportazioni sono crollate rispetto all’anno precedente del 54% a novembre e del 43% in dicembre. Inoltre, dall’analisi, risulta che a trarre vantaggi è stato il falso made in Italy. Dal Parmesan al Provolone fino al Borgonzola.
Secondo l’analisi, è stato svolto un importante lavoro diplomatico che ha scongiurato l’aumento dei dazi americani fino a 100% per almeno 120 giorni. Importante anche che a salvarsi siano stati prodotti simbolo del Made in Italy dal vino all’olio fino alla pasta.
Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, è impegnato in un lavoro di squadra con Phil Hogan, il commissario Ue al commercio, e con la ministra Teresa Bellanova. Infatti, per Coldiretti è importante riprendere un dialogo con gli Usa così come attivare aiuti compensativi ai settori che restano colpiti. Questi settori italiani rappresentano più del 10% del totale delle esportazioni in Usa.

 

Confagricoltura: si auspica un nuovo accordo

Massimiliano Giansanti, il presidente di Confagricoltura, ha commentato con entusiasmo la decisione dell’amministrazione Usa di lasciare invariati i dazi americani già in vigore. I dazi sono al 25% del valore sulle importazioni di prodotti agroalimentari dalla Ue. Dal 18 marzo, invece, ci saranno i nuovi dazi americani dal 10 al 15% sul settore aeronautico. Questi però non verranno applicati sui prodotti italiani. Dunque non ci saranno ulteriori problemi. Giansanti ricorda però che il pericolo è scongiurato solo per il momento. Gli Usa lasciano comunque uno spiragli aperto. La decisione presa potrà essere rivista in base gli sviluppi del contenzioso con la UE riguardo ai sussidi pubblici Airbus.
Giansanti ricorda anche che permangono tutte le difficoltà già legate ai dazi americani applicati sulle nostre esportazioni. Le quali riguardano: formaggi, salumi, agrumi e liquori. Quindi, Coldiretti sostiene che è necessario avviare un negoziato diretto con gli USA per raggiungere un nuovo accordo commerciale per mettere fine alle tensioni.
agricoltura
 

Alleanza cooperative: entusiasta per il mancato inasprimento

Giorgio Mercuri, presidente di Alleanza cooperative Agroalimentare si dice entusiasta al mancato inserimento dei dazi americani sui prodotti italiani. Commenta poi anche la pubblicazione della nuova lista: anche i vini italiani potevano essere colpiti dai dazi. Per fortuna, si è scampato questo pericolo e le imprese vitivinicole italiane non subiranno ripercussioni.
Per i francesi, la situazione è drammatica. Il presidente di Alleanza cooperative agroalimentari conclude, dunque, ringraziando soprano il lavoro diplomatico del governo italiano. Così le iniziative europee, in particolare modo quelle del commissario al Commercio Phil Hogan.
 

Filiera Italia lancia un appello: non abbassare la guardia

Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia spiega che di sicuro, il mancato inasprimento dei dazi americani per l’Italia è un buon risultato. Nessun nuovo prodotto Made in Italy entra nella lista rivista. E il mercato americano è fondamentale, strategico e insostituibile per l’export italiano.
Anche se le eccellenze italiane sono gravate da dazi al 25%, il mercato italiano è al primo posto tra i mercati extraeuropei e al secondo posto in assoluto con un tasso di crescita a due cifre. Un business da 4,5 miliardi di euro. E nel 2019, le esportazioni verso gli Usa sono aumentate del + 11,1% rispetto al 2018. Dati davvero eccellente per Filiera Italia. I dati Istat sono lo specchio dell’ottima perfomance dell’export italiano. Di sicuro, però, resta ancora molto da fare.
 

Federvini: i vini italiani sono salvi, i liquori no

I liquori sono stati colpiti dai dazi americani dal 18 ottobre 2019. E anche i vini esportati negli Stati Uniti potevano rischiare pesanti conseguenze. Per fortuna, e per il momento, i vini scampano il pericolo. Le trattative tra rsula von der Leyen, presidentessa della Commissione EU e l’amministrazione Trump sono state propedeutiche in questo senso.
Per ora, si può tirare un sospiro di sollievo. Ma la spada di Damocle comunque permane su aperitivi e liquori italiani. Micaela Pallini, presidentessa del Gruppo Spiriti di Federvini spiega anche come sia diminuito il fatturato nel mercato USA del 35%. Le aziende si sono fatte carico del riassorbimento dei dazi americani senza incidere sul mercato. E questo è andato a discapito soprattutto delle imprese medio-piccole che costituiscono buona parte del tessuto produttivo. Le vendite stanno calando marginalmente.
Piero Mastroberardino, presidente del Gruppo Vini di Federvini, si dimostra più entusiasta. Infatti, il mercato americano rappresenta il primo sbocco per il vino italiano. Nel 2019, l’export complessivo ha raggiunto 1 miliardo 750 milioni di euro. La crescita su base annua è stata del 4,2%. Questo trend però rischia di rallentare. Tra 6 mesi, ci sarà una nuova revisione. Uno stato di ansia in cui vivono le aziende italiane: non c’è modo di programmare investimenti e pianificare l’attività.

spritz aperol
 

Federalimentare tira un sospiro di sollievo

Federalimentare si tranquillizza riguardo al scampato rincaro dei dazi sui prodotti agroalimentari italiani. Ringrazia l’azione del governo così come la commissione europea.
Ivano Vacondio, presidente Federalimentare, commenta la situazione, precisando però che è tutto rimasto fermo al quadro in vigore dal scorso ottobre. Circa mezzo miliardo di export alimentare italiano è dunque colpito dai dazi americani. Formaggi, aperitivi, liquori e alcune lavorazioni del suino sono ancora purtroppo sotto il mirino.
Per il presidente di Federalimentare, la gravità di questo risiede in due motivi:
– l’Italia è estranea al contenzioso Airbus,
– i prodotti italiani hanno tenuto botta soprattutto grazie al know how degli imprenditori.
Per Federalimentare persistono dunque ancora le preoccupazioni per il settore agroalimentare.
liquori dazi americani
 

Origin Italia, importante la collaborazione per Dop-Igp

Per Orgin Italia sarebbe stato un duro colpo se gli Usa avessero inasprito i dazi già in vigore. Tutta la filiera produttiva delle Dop ed Igp ne avrebbe risentito. Così come sarebbe stato difficile per gli importatori e gli stessi consumatori statunitensi che ricercano i prodotti italiani proprio per la qualità.
Cesare Baldrighi, presidente di Origin Italia, l’Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche, sostiene che grazie all’efficace lavoro delle istituzioni sia italiane che europee si è giunti a questo risultato. Per Origin Italia, si è scongiurato il pericolo di far subire al Made in Italy danni economici irreparabili. In particolare, l’Organizzazione ringrazia la Ministra Bellanova che ha giocato un ruolo senz’altro determinante, mostrando capacità ed autorevolezza ed un presidio constante dei tavoli europei.


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