Le 4 fake news sulla carne avicola più diffuse: facciamo chiarezza!

Carne avicola: ecco a cosa non devi credere!

L’alimentazione consapevole è una priorità per la maggior parte delle persone. I consumatori vogliono sapere quanto è sano il loro cibo e da dove proviene. Tuttavia, oltre alle informazioni pertinenti e corrette, abbondano falsi miti e fake news, tra cui alcuni sulla carne avicola. Ecco quattro verità che eliminano alcuni preconcetti molto diffusi:

Verità 1: Polli e tacchini europei sono allevati solo a terra

In tutta l’UE, l’allevamento a terra è l’unica forma di allevamento utilizzata per la produzione di carne avicola. Gli animali sono allevati in idonei capannoni dove sono sempre controllati tutti i parametri microclimatici e di illuminazione, oltre che relativi alla densità, in modo da permettere comportamenti naturali dell’animale come ruspare su lettiera di paglia o trucioli di legno. Negli allevamenti biologici e all’aria aperta, gli uccelli hanno inoltre aree verdi recintate dove possono muoversi liberamente. Gli animali hanno sempre a disposizione acqua a sufficienza così come mangime.

Verità 2: Le carni avicole sono prive di ormoni

L’uso di ormoni e stimolatori della crescita nell’allevamento è da tempo vietato in tutta l’Unione europea per questo gli ormoni non vengono mai impiegati negli allevamenti italiani di polli e tacchini. L’uso degli ormoni sarebbe inoltre inutile e antieconomico in quanto non efficace sui polli che non sono mammiferi. Non avrebbe quindi senso somministrarli ad animali che non raggiungono la maturazione sessuale. Per ottimizzare il processo di crescita, i produttori ora utilizzano un metodo molto più efficace e allo stesso tempo rispettoso degli animali: razze avicole robuste e sane, abbinate a mangimi bilanciati e condizioni ambientali ottimali.

Verità 3: Ls carne avicola europea non ha residui di antibiotici

Gli antibiotici possono essere somministrati solo dopo diagnosi e prescrizione di un veterinario e secondo il principio “il meno possibile, solo quando necessario”. Gli antibiotici in allevamento sono utilizzati solo a scopi curativi, mai preventivi. Negli ultimi anni, l’uso di antibiotici nel settore avicolo è stato drasticamente ridotto grazie all’introduzione di diverse misure. Tra queste vi sono migliori sistemi di biosicurezza, la selezione di razze robuste, una gestione ottimizzata dell’allevamento e dei parametri ambientali. In Italia, dal 2011 al 2019 l’uso di antibiotici nel pollo è diminuito dell’87%.

Inoltre, in caso di trattamento, l’animale è avviato al macello solo dopo un periodo di sospensione, cioè un adeguato tempo stabilito per legge tra l’ultima somministrazione e la commercializzazione delle carni. Questo per garantire che la carne che viene successivamente consumata dal consumatore non contenga più tracce di medicinali.

Verità 4: La carne di pollo non va mai lavata, le mani sì

Un italiano su quattro è convinto che lavare il pollo crudo sotto l’acqua aiuti a eliminare eventuali batteri. Niente di più falso: il lavaggio non solo non elimina i batteri ma contribuisce anche a diffondere sui piani della cucina eventuali batteri presenti. La cosa corretta da fare è invece lavarsi bene le mani con il sapone per almeno 20 secondi prima e dopo aver maneggiato il cibo e non appoggiare mai la carne cotta nello stesso piatto che conteneva la carne cruda per evitare contaminazioni. Sempre a questo fine il consiglio è di usare un tagliere e posate diverse e di lavare gli utensili e le superfici che sono state a contatto con la carne cruda con acqua e detersivo.

Fonte: EU Poultry

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