Le stime di FIPE: i bar perderanno incassi di 500 milioni al mese a causa del Dpcm

Fipe analizza il Dpcm approvato il 18 ottobre 2020 dal Governo. Secondo le nuove misure per bar e pub, questi esercizi perderanno incassi da 500 milioni al mese. Di sicuro, influiranno il divieto di vendere alcolici da asporto e lo smart working. Secondo Fipe, quindi, la ristorazione che si dedica al dopo cena riceverà un duro colpo. E lancia un appello: lo Stato deve istituire dei contributi a fondo perduto per coprire i mancati incassi.
 

Il punto di Fipe su bar e pub

Il nuovo Dpcm mette bar, pub e attività di catering di fronte a un nuovo scenario. Secondo Fipe, dovranno prepararsi ad affrontare una stagione drammatica dal punto di vista degli incassi. Secondo le stime, il divieto di consumo di alcolici in piedi fuori dai locali avrà un impatto enorme su questi esercizi. Il calcolo è appunto di una perdita di almeno 500 milioni al mese. Inoltre, i sindaci potranno anche chiudere vie e piazze di ritrovo per impedire aggregamenti. Per ora, il solo consumo di bevande è consentito al tavolo. E la misura si rivedrà fra un mese, ll’11 novembre quando scadrà il Dpcm.
 
Aldo Cursano, vice presidente vicario Fipe, commenta la situazione. “Con il nuovo Dpcm, si preannuncia un disastro per bar, imprese di catering e locali notturni. La priorità assoluta deve essere quello di scongiurare una nuova chiusura generalizzata. Ma se si vuole che questo sistema funzioni, è necessario che lo Stato ci metta nelle condizioni di sopravvivere. Destinando immediatamente contributi a fondo perduto per coprire i mancati incassi. Allo stesso tempo, è indispensabile che sindaci e presidenti di Regione incrementino i controlli nelle zone della movida per punire i comportamenti irresponsabili e scorretti. L’obiettivo deve essere quello di ridurre al minimo la durata delle nuove misure restrittive”.
 
cocktail bar
 
Ad intervenire anche Giovanni Toti, presidente della Liguria. “Ora, dal Governo, ci aspettiamo risorse per ristorare in fretta le attività che subiranno un contraccolpo. E che devono poter sopravvivere a questo nuovo stop, seppur parziale.” Anche Alberto Cirio, il governatore del Piemonte, ricorda che la regione “ha puntato i piedi sulle chiusure dei locali alle 24. Samo convinti che il problema non siano i ristoranti. O i parrucchieri. Ma l’assembramento di fronte ai locali nelle strade e nelle piazze. Siamo contenti sia andata così”.
 

Il punto di Confesercenti

Anche Confesercenti sottolinea come “Le nuove misure restrittive a carico delle imprese aggraveranno fortemente la crisi in molti comparti. Che erano già in sofferenza dall’inizio dell’anno. Va bene che i ristori siano mirati e che venga indennizzato solo chi è realmente in difficoltà. Ma i sostegni devono essere adeguati. E devono arrivare subito agli imprenditori, senza troppa burocrazia. È necessario anche aprire un tavolo permanente di confronto con le categorie. Per monitorare l’efficacia degli interventi adottati. E l’andamento della situazione economica dei settori in difficoltà.
 
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