Fipe lancia l’allarme: “Il Governo ha dimenticato la ristorazione”

Fipe-Confcommercio, Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi, in una nota dice la sua. L’associazione lancia un’allarme usando parole molto dure.
 
“Per mascherare il suo fallimento nel contenimento del Covid-19, il Governo ancora una volta ha deciso di scaricare l’onere della riduzione del contagio sui pubblici esercizi. Infatti, questi sono sottoposti ad uno stillicidio di provvedimenti da ottobre. Che si tratti di zone rosse o arancioni, per noi significa una cosa soltanto. Bar e ristoranti resteranno chiusi dal 23 dicembre al 6 gennaio. Un periodo che da solo vale circa il 20% del fatturato di un intero anno.”
 
Fipe
 
Con l’ultimo decreto, secondo Fipe, il Governo dovrebbe assumersi la responsabilità di decretare il futuro del settore ristorazione. Per di più, considerato fondamentale da tutti, per i valori economici e sociali che esprime. Fipe ricorda anche che i Pubblici Esercizi non sono solo numeri, ma sono soprattutto i volti e le mani dei gesti quotidiani di lavoratori. Così come componente materiale e simbolica della vita stessa degli italiani.
 
L’associazione sottolinea quindi che queste persone vogliono continuare a lavorare. E ricorda che vorrebbero continuare con la propria attività non per mettere a rischio il Paese. Ma per salvaguardare un patrimonio imprenditoriale e sociale che contribuisce al futuro di tutti.
 
Fipe conclude che con l’ultimo Dpcm si è verificata una “cronaca di una morte annunciata”. E questo perché senza adeguati e immediati ristori per il settore ristorazione, sarà impossibile reggere i nuovi danni che le limitazioni determineranno. Ma oltre al danno economico, Fipe pone la questione anche sul danno psicologico.
 
Infatti, secondo l’associazione emerge un Paese stanco, che non reagisce più. All’incertezza e all’instabilità, perciò si aggiunge la perdita di senso e di rotta, facendo perdere ogni speranza per il futuro. Un altro dato su cui Fipe vuole spostare l’attenzione è che i Pubblici Esercizi ormai vengono percepiti in un unico binomio. Essenziale o non essenziale. Secondo l’associazione, questo crea un spiacevole pregiudizio che finisce per oscurare la realtà.
 
Fipe denuncia l’insenbilità del Governo agli appelli. Lasciando così un’intero settore al suo destino. Secondo l’associazione, le nuove limitazioni incideranno pesantemente sui fatturatigià disastrati.
 
“Abbiamo già perso oltre 33 miliardi su 86 complessivi (-38,38%) e gli annunciati ristori, in media 3 mila euro ad azienda, risultano inadeguati e insufficienti a compensare singolarmente i danni. Col risultato di disperdere imprese, posti di lavoro e professionalità, fondamentali per due filiere strategiche per il Paese: agroalimentare e turismo. Con l’aggravante che, questa volta, ci si è dimenticato delle aziende di intrattenimento, in particolare e discoteche, chiuse da febbraio ed escluse da qualsiasi ristoro, anche parziale.
 
Fipe sottolinea che tutte le imprese sono essenziali quando producono reddito, occupazione e servizi. Così come, tutte le attività sono sicure se garantiscono le giuste regole e attuano i protocolli sanitari. E conclude invocando il “modello tedesco”: indennizzo al 75% dei fatturati calcolato sui mesi di novembre e dicembre, riduzione dell’IVA al 5%, tutela degli sfratti.
 


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