Fipe: “Le misure del Dpcm costeranno 2,7 miliardi alla ristorazione”

Il 24 ottobre 2020, il Governo ha firmato il nuovo Dpcm, in base al quale, tutto il comparto della Ristorazione è costretto a chiudere alle ore 18.00, fino al 24 novembre. Questa decisione ha scosso il settore. Erano già stati chiesti grandi sacrifici . E i ristoratori hanno sempre risposto in modo positivo, attuando tutte le misure restrittive richiese. Queste nuove misure andranno ad incidere sulla già difficile situazione che la Ristorazione stava affrontando causa l’enormi crisi economica in seguito all’emergenza sanitaria.
 
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La Fipe analizza il nuovo Dpcm 24 ottobre

La Fipe – Federazione Italiana Esercizi Pubblici si schiera a favore della Ristorazione. “Le misure annunciate dal Governo costeranno altri 2,7 miliardi di euro alle imprese della Ristorazione. Se non accompagnate da contemporanee e proporzionate compensazioni di natura economica, sarebbero il colpo di grazia per i pubblici esercizi italiani. Che già sono in una situazione di profonda crisi, con conseguenze economiche e sociali gravissime”.
 

Gli aiuti alla Ristorazione

La Fipe commenta sottolineando l’importanza di provvedimenti riguardanti il ristoro economico alle attività ristorative. “I ripetuti annunci di chiusure anticipate hanno già prodotto la desertificazione dei locali. E, indipendentemente dalle novità sugli orari effettivi di apertura, le restrizioni devono essere accompagnate dai provvedimenti di ristoro economico. In termini di indennizzi a fondo perduto, crediti d’imposta per le locazioni commerciali e gli affitti d’azienda, nuove moratorie fiscali e creditizie, il prolungamento degli ammortizzatori sociali e altri provvedimento di sostegno a valere sulla tassazione locale”.
 
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“Gli imprenditori di questo settore si stanno dimostrando persone responsabili. Che rispettano rigorosamente i protocolli sanitari loro imposti. Che non possono reggere ulteriormente una situazione che decreterebbe la condanna a morte per migliaia di imprese. È evidente che non si possono far ricadere le responsabilità del ritorno dell’epidemia sul nostro comparto. Sono altri i fattori che hanno purtroppo causato una nuova emergenza”.
 

Conclusioni

“Sarebbe una scelta disastrosa, con la disperazione e la rabbia che sta crescendo oltre il livello di guardia. La pandemia va gestita con attenzione sicuramente alla salute, ma anche riscontrando le aspettative e le esigenze del settore. Che il governo conosce perfettamente perché la Fipe le ha trasferite nelle occasioni di confronto istituzionale”.
 
Fipe-Confcommercio conclude. “Chiediamo di poter continuare a lavorare per non morire e per questo servono, senza ritardo o inutili annunci, le misure promesse“.
 
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