Prima giornata mondiale della sicurezza alimentare: l’indagine

Il 7 giugno è la prima Giornata mondiale della sicurezza alimentare, istituita per attirare l’attenzione e ispirare azioni per aiutare a prevenire, individuare e gestire i rischi alimentari, contribuire alla sicurezza alimentare, alla salute umana, alla prosperità economica, all’agricoltura, all’accesso al mercato, al turismo e sviluppo sostenibile.

Secondo i dati ancora oggi, quasi una persona su dieci al mondo si ammala dopo aver mangiato cibo contaminato. In questa Giornata mondiale della sicurezza alimentare, tutte le organizzazioni per la sicurezza alimentare sono attive per sensibilizzare l’opinione pubblica globale sulla sicurezza alimentare. E, in particolare, tutte le persone coinvolte nei sistemi alimentari hanno un ruolo da svolgere.

Come dichiara Vytenis Andriukaitis, commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare: “Sono lieto che ci sia finalmente una giornata in cui si celebra l’importanza della sicurezza alimentare e si riconosce il lavoro prezioso di donne e uomini, agricoltori, veterinari, agronomi, cuochi e molti altri, che ogni giorno lavorano sodo per garantire che il cibo che finisce nei nostri piatti sia sicuro. I risultati di questo studio dimostrano che gli europei hanno un alto livello di conoscenze sui temi di sicurezza alimentare e ci tengono a ciò che mangiano. Ciò ci motiva ancora di più a proseguire nella nostra opera di garantire che i nostri elevati standard siano mantenuti e cercare di raggiungere modelli produttivi e di consumo più sostenibili”.

Giornata sicurezza alimentare

L’indagine

Secondo il sondaggio Eurobarometro curato dall’EFSA in occasione della prima Giornata mondiale della sicurezza alimentare, due europei su cinque s’interessano attivamente alla sicurezza degli alimenti, solo uno su cinque la identifica come la preoccupazione principale nello scegliere il cibo. Per la maggior parte degli europei invece è solo uno dei tanti fattori che influenzano le abitudini e scelte alimentari, come il prezzo, l’origine, le componenti dell’alimento e il gusto.

Gli elementi che influiscono sull’acquisto

Per la popolazione europea, i fattori più importanti nell’acquisto degli alimenti sono:
– la provenienza (53%)
– il costo (51%)
– la sicurezza alimentare (50%)
– il gusto (49%)
– il contenuto nutrizionale (44%)
– etica e convinzioni personali (19%).
Il 41% degli intervistati dichiara di essere “interessato in prima persona al tema della sicurezza alimentare”. Solo appena più di un quinto degli europei (il 22%) afferma che la sicurezza è la sua principale preoccupazione nella scelta degli alimenti.

Cambiamenti alimentari

Il merito ai cambiamenti alimentari, il 66% degli europei ha cambiato le proprie abitudini di consumo dopo aver ricevuto informazioni su un rischio alimentare, per il 33% la variazione è stata permanente, mentre per il restante 33% è stato temporaneo. Nelle donne, nei soggetti di mezza età e per chi ha livelli di istruzione più elevati, i cambiamenti nelle abitudini di consumo sono più comuni.

Il sondaggio ha rilevato anche le preoccupazioni degli europei:
• residui di antibiotici, ormoni o steroidi nelle carni (44%)
• residui di pesticidi negli alimenti (39%)
• inquinanti ambientali nel pesce, nella carne o nei latticini (37%)
• additivi come coloranti, conservanti o aromi utilizzati in alimenti o bevande (36%)

Sondaggio Eurobarometro curato dall’EFSA in occasione della prima Giornata mondiale della sicurezza alimentare

A chi diamo fiducia?

Gli scienziati sono al primo posto con l’82%, seguiti dalle organizzazioni dei consumatori (79%) per le informazioni sui rischi legati agli alimenti. Il 69% dichiara gli agricoltori (69%), poi le autorità nazionali (60%), le istituzioni dell’UE (58%), le ONG (56%) e i giornalisti (50%). La fiducia viene meno per i supermercati e ristoranti (43%), le industrie alimentari (36%) e le celebrità, blogger e influencer (19%).

Dove e come ci si informa?

Per sette europei su dieci la televisione è la principale fonte di informazioni sui rischi da alimenti. Comunque, per la maggior parte di giovani il secondo mezzo di informazione è il mondo dei social media(45% di quelli tra i 15 e i 24 anni), gli anziani invece scelgono fonti tradizionali come i giornali (46%) e la radio (30%).

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