La pizza tra Instagram e realtà

La pizza è l’alimento più mangiato al mondo. È la pietanza italiana più conosciuta insieme alla pasta, e secondo il Corriere della Sera, ‘pizza’ è la parola più diffusa a livello globale. Infatti è uno dei prodotti più apprezzati dal mercato. In Italia se ne sfornano in media 8 milioni al giorno e, secondo una nuova ricerca, realizzata per Aibi (Associazione Italiana Bakery Ingredients), in Italia nel 2021 ne sono state consumate 2,7 miliardi (per un consumo pro-capite annuo di 7,8 chili).

instragram

Questo trend, che proseguirà nel 2023, è il risultato anche della diffusione della pizza su internet, dove regna all’interno del fenomeno ‘foodporn’. La pizza ha 22 miliardi di visualizzazioni su TikTok, 59,1 milioni di hashtag su Instagram e una media di 13,6 milioni di ricerche mensili su Google nel mondo e 450mila in Italia.

Il perché di questo successo nel mondo? E non è grazie a Instagram

Si tratta di un piatto da bello da vedere e buono da mangiare. Il consenso verso questo piatto è dato anche dall’impegno di tanti pizzaioli a mantenerla un ‘piatto del popolo’. Questo anche rinunciando ritoccare i prezzi, nonostante i rincari (+25% per le farine, +20% per i pomodori, +10% per olio e latticini, +10-15% per salumi e prodotti ittici).

L’impasto più dagli italiani rimane il classico napoletano con cornicione alto, croccante fuori e morbido dentro (50%). Nella classifica segue quello romano basso e ‘scrocchiarello’ (21,5%), e la pizza in teglia (11,1%). La pinsa (7,2%) e gli impasti innovativi (10,1%) chiudono il cerchio.

instagram

Anche la ‘geografia della pizza’ si sa trasformando. La Campania si conferma la patria della pizza, ma è la Lombardia a registrare la maggiore crescita delle attività (oltre 5.500 imprese artigiane).  Un potenziale ostacolo alla sopravvivenza e all’ulteriore diffusione della pizza napoletana è rappresentato dal tentativo di tutelare l’autenticità di questo prodotto attraverso l’iscrizione nel registro delle specialità tradizionali garantite (Stg) ‘con riserva del nome’ e, così, l’imposizione di un rigido disciplinare. Dal 18 dicembre saranno operative le regole su materie prime, ore minime di lievitazione e via dicendo. 

Leggi anche Fenomeno #foodporn: uno studio rivela i cibi più cliccati sui social


Potrebbero interessarti anche