La produzione della birra a bassa fermentazione

Danijel Lovrecic

Il brassaggio è l’arte del mastro birraio di trasformare alcune semplici materie prime nella nostra spumeggiante e gustosa bevanda: LA BIRRA!!!
Andremo ora a scoprire quali sono i passaggi chiave per la produzione di una birra chiara a bassa fermentazione tipo lager.
Il tutto parte dai campi dove si raccoglie l’orzo, che poi viene trasportato in malteria. La malteria, di solito, è una fabbrica staccata dalla birreria, da cui i mastri birrai si fanno mandare l’orzo già preparato ad hoc.
In malteria il chicco d’orzo viene pulito da eventuali impurità e messo in appositi cassoni dove viene inumidito. Il chicco germoglia, e così facendo libera l’amido che in seguito si trasformerà in zucchero. Questa fase si chiama germinazione, dura all’incirca dai 4 ai 6 giorni ed è qua che l’orzo si trasforma in malto d’orzo. Dopo questo passaggio si passa alla maltatura, operazione che deciderà il colore finale della birra.
Se tosteremo l’orzo intorno agli 85°C avremo delle birre chiare, intorno ai 105°C avremo delle birre ambrate, sui 130°C quelle marrone-scuro e oltre i 200°C otterremo le birre scure (stout tipo la Guinness).
 
Dopo questa fase di preparativi finalmente il malto viene trasportato in birreria dove viene ripulito, schiacciato da grandi rulli e poi messo in grandi vasche piene di acqua. Il tutto viene miscelato e riscaldato lentamente e gradualmente. Alla fine di questo passaggio si filtra così da dividere la parte solida formata dalle trebbie (che vengono riutilizzate come alimento per animali) da quella liquida che è il mosto.
Nella caldaia di ebollizione accadono tre cose molto importanti:
1 – il mosto è portato ad ebollizione così da disinfettare il prodotto
2 – si decide il grado saccarometrico, ovvero la quantità di zuccheri nel mosto. Questo è molto importante perché successivamente il lievito trasformerà lo zucchero in alcol ed avremo la gradazione alcolica.
birra3 – nel mosto si aggiunge il luppolo, responsabile dell’odore erbaceo e del gusto amaro della birra. Oltre a questo si tratta anche di un conservante naturale fantastico. Il tutto viene filtrato e ripulito con appositi macchinari tipo centrifughe.
A questo punto il mosto è pronto per essere trasformato in birra. Per fare ciò bisogna portarlo ad una temperatura bassa: dai 6°C ai 10°C circa (questo è uno dei motivi per cui viene chiamata “birra a bassa fermentazione”) ed aggiungerci il lievito. Sarà quest’ultimo ad effettuare la trasformazione dello zucchero in alcol e a dare così il gusto finale alla birra. Dopo una fermentazione violenta tutto il lievito si depositerà sul fondo del tino di fermentazione (e questo è un altro motivo che giustifica il nome di birra a bassa fermentazione), recuperato e riutilizzato per altre fermentazioni. La birra prodotta viene filtrata per renderla limpida e fatta riposare. Prima dell’infustamento viene pastorizzata, per allungarne la vita e stabilità.
 
Per fare questo la birra viene fatta passare in un tubo avvolto da acqua prima calda e poi fredda. Con questo shock termico effettuiamo la pastorizzazione. La stessa birra, ma confezionata in bottiglia ha un processo di pastorizzazione diverso perché questa operazione si fa con il prodotto già confezionato nel vetro.
Al termine di tutte queste operazioni la birra è pronta per essere trasportata nei vari punti di consumo così da poter spegnere la nostra sete.


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