L’arte della pizza napoletana patrimonio dell’umanità

L’Associazione Pizzaiuoli Napoletani ed il Ministero dell’Agricoltura al lavoro per ottenere un riconoscimento storico

La pizza è l’alimento italiano più famoso al mondo, e la pizza napoletana è tradizionalmente (e storicamente) riconosciuta come la capostipite del genere. Nata nel capoluogo partenopeo nel 1700, la pizza napoletana è diventata nei secoli un piatto internazionale e identificativo dell’Italia, tanto che dal 2010 è stata riconosciuta dall’Unione Europea con il marchio di specialità tradizionale garantita. Ma oltre al piatto, dietro al gusto ed al sapore inconfondibili, c’è una vera e propria arte. L’arte della pizza napoletana è un “saper fare” tipico ed inimitabile, una componente importante del patrimonio gastronomico e culturale napoletano e campano, riconosciuto in tutto il Mondo, e che quindi va opportunamente tutelato e valorizzato. L’Associazione Pizzaiuoli napoletani, insieme ad organismi istituzionali come il Ministero dell’Agricoltura, ha presentato la candidatura dell’arte della pizza napoletana nella lista dei capolavori immateriali dell’Unesco, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura. Recentemente l’Italia, dopo un lung iter burocratico, ha avuto la soddisfazione di vedere riconosciuta tra i patrimoni immateriali Unesco anche la dieta mediterranea, terzo elemento italiano presente nella lista, insieme all’opera dei pupi siciliani e al canto a tenore sardo. La dieta mediterranea è stata la prima pratica alimentare tradizionale al mondo ad essere iscritta nel prestigioso elenco. Un club esclusivo, con 166 soci, tra cui il tango argentino, il capodanno islamico e la calligrafia cinese.
La proclamazione di un’alimentazione mediterranea quale “stile di vita sostenibile basato su tradizioni alimentari e su valori culturali secolari”, certifica “lo stretto legame tra la cultura e le pratiche alimentari tradizionali di un popolo ed è stata consacrata la loro inscindibilità”.
Ora è il turno dell’arte della pizza napoletana.
Anche se può sembrare banale specificarlo, è il pizzaiolo che realizza e dà valore alla pizza, ma il suo ruolo non è ancora opportunamente riconosciuto. L’Associazione Pizzaiuoli Napoletani sta compiendo una battaglia culturale per dare all’arte della pizza e dal ruolo del pizzaiolo il prestigio che si meritano.
“Io dico sempre – spiega presidente del Associazione Pizzaiuoli Napoletani Sergio Miccù – che la pizza potrebbe sfamare il mondo, è un piatto semplice, povero, nel senso degli ingredienti che vengono utilizzati per prepararlo, ma è un pasto completo. La pizza rappresenta il piatto unico per antonomasia. Gli elementi che la compongono sono essenziali e completi per una corretta alimentazione. L’impasto, la polpa di pomodoro e la mozzarella, l’olio, e la fantasia dei pizzaioli come ingrediente aggiunto. Dopo aver ottenuto il marchio STG (specialità tradizionale garantita), che si rivolge a prodotti agricoli e alimentari che abbiano una “specificità” legata al metodo di produzione o alla tradizione di una zona, ma che non vengano prodotti necessariamente solo in tale zona – continua Miccù -, abbiamo deciso di candidare non la pizza napoletana in sé, ma l’arte della pizza napoletana nella lista dei capolavori dell’Unesco. La pizza napoletana è riconosciuta universalmente per le sue caratteristiche. La sua preparazione è un arte da tutelare e riconoscere. Tengo a sottolineare che il Ministero dell’Agricoltura ha preso a cuore la nostra iniziativa, sposando in pieno la causa”.
L’Associazione Pizzaiuoli Napoletani vuole dare anche la giusta dignità formativa al lavoro del pizzaiolo. “Vorremmo – prosegue Miccù – far riconoscere il mestiere del pizzaiolo anche a scuola, per questo abbiamo preso contatti anche con il Ministero della Pubblica Istruzione. È incredibile che che il mestiere del pizzaiolo non sia inserito nei programmi della scuola alberghiera. In Italia, secondo gli ultimi censimenti, ci sono circa 25.000 pizzerie, 150.000 addetti e un volume d’affari annuo di oltre 5 miliardi di euro. Eppure negli istituti specializzati non esiste un indirizzo in addetto ai servizi di pizzeria”.
Il gruppo di lavoro che si sta impegnando nella presentazione della candidatura dell’arte della pizza napoletana a patrimonio Unesco ha ultimato il lavoro. Orta non resta che attendere si concluda il lungo e delicato iter di approvazione. Per avere il responso della commissione bisognerà però armarsi di pazienza, la risposta dovrebbe arrivare alla fine del 2011, o addirittura all’inizio del 2012.