Le sfide ancora irrisolte dei contadini e le soluzioni ignorate dall’Europa

Le proteste dei trattori possono essersi placate, ma i veri problemi dei contadini restano, secondo Serena Milano, direttrice di Slow Food Italia. “Riaffiorano qua e là, dando l’idea di essere generate ad hoc, ma i problemi veri, quelli che hanno radici pRivoluzione agricola contadinirofonde, restano”, afferma Milano. Le recenti decisioni dell’Unione Europea, sostiene, hanno fatto regredire l’agricoltura di 25 anni, senza affrontare le vere questioni del settore.

Milano critica le soluzioni proposte sia dalla politica italiana che da quella europea, sostenendo che siano più orientate verso le prossime elezioni che verso il futuro dell’agricoltura. A suo avviso, l’abolizione delle restrizioni sull’uso dei pesticidi e sull’obbligo di lasciare terreni a riposo non rappresentano la via corretta. Serve, invece, una strategia complessiva che consideri la situazione economica e sociale dei contadini, la fertilità del suolo, la qualità dell’acqua e dell’aria, la salute dei consumatori e la crisi climatica.

 

Secondo Slow Food Italia, è necessario abbandonare un modello agricolo intensivo che danneggia il suolo e dipende dalle sovvenzioni pubbliche. La soluzione, afferma Serena Milano, risiede in un’agricoltura che valorizzi il territorio, rispetti l’ambiente e produca cibo sano.

“Un’altra agricoltura è possibile”, sostiene citando numerosi contadini che, nonostante le difficoltà, producono cibo rispettoso dell’ambiente e della salute. Per Milano, è importante dare voce a questi contadini che, pur non potendo partecipare alle proteste, manifestano il loro pensiero attraverso il loro lavoro quotidiano.

Giuseppe Salieri, contadino in Toscana, sottolinea l’importanza di vietare i pesticidi e di rendere accessibile a tutti il cibo biologico. “Il biologico deve essere per tutti, perché tutti abbiamo diritto a un cibo buono e sano”, afferma Salieri. Critica anche il fatto che i produttori biologici debbano pagare per le certificazioni, mentre chi usa pesticidi no.

Joseph Silvestri, allevatore nelle Marche, sottolinea la necessità di un prezzo minimo garantito per coprire i costi di produzione e proteggere le produzioni nazionali dall’import estero.

Floriano Turco, apicoltore in Piemonte, denuncia la scomparsa della biodiversità e chiede maggiori aree destinate a prati e siepi per proteggere le api e garantire la loro sopravvivenza.

Rivoluzione agricola

Michele Sica della Cooperativa Sociale Terra di Resilienza-Monte Frumentario insiste sul valore sociale dei prodotti agricoli e sulla necessità di politiche europee che favoriscano i modelli produttivi sostenibili. Giuseppe Pandolfi, olivicoltore in Toscana, critica l’agricoltura intensiva e chiede maggiori incentivi per un’agricoltura rispettosa dell’ambiente.

Marco Loconte, agricoltore in Liguria, difende la pratica di lasciare terreni a riposo e le rotazioni colturali come strumenti per aumentare la produttività e proteggere l’ambiente. Gianluca Colombo, viticoltore in Piemonte, propone maggiori investimenti nella ricerca scientifica indipendente per rendere l’agricoltura sostenibile più competitiva.

Slow Food Italia sostiene che sia necessario investire in un’agricoltura capace di affrontare la crisi climatica e rispondere alle esigenze dei contadini, dei consumatori e dell’ambiente.


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