Made in Italy: entra in vigore l’etichetta obbligatoria per i salumi

Anche per i salumi, novità in arrivo per preservare il made in Italy. Infatti, da domenica diventa obbligatorio indicare in etichetta la provenienza su prosciutti, mortadella, culatello e salami. Lo comunica ufficialmente il presidente della Coldiretti Ettore Prandini ricordando che questo week end scade il termine per adeguarsi al nuovo sistema di etichettatura sulle carni suine trasformate, a seguito della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. 

Una soluzione volta a smascherare l’inganno della carne straniera spacciata per italiana e, allo stesso tempo, portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza made in Italy. Arginare un fenomeno sempre più frequente, ossia l’invasione di cosce dall’estero per una quantità media di 56 milioni di “pezzi” che ogni anno si riversano nel nostro Paese per ottenere prosciutti da spacciare come Made in Italy.

Una spinta voluta dalla maggior parte degli italiani che,  in un momento difficile per l’ economia a seguito dell’emergenza da Covid-19, richiede di consumare prodotti made in Italy per sostenere il Belpaese e i produttori del territorio. 

Salumi: cosa troviamo nella nuova etichetta obbligatoria

Come riporta la nota stampa di Coldiretti, i produttori devono indicare sulle etichette e in maniera leggibile le seguenti informazioni: Paese di nascita, Paese di allevamento e Paese di macellazione degli suini. Le diciture:

  • “Origine: (nome del Paese)”: quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati nello stesso Paese. In questo caso “100% italiano può essere utilizzato solo quando la carne degli animali proviene da suini nati, allevati, macellati e trasformati in Italia.
  • “Origine: UE”, “Origine: extra UE”, “Origine: UE e extra UE”: quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati in uno o più Stati membri dell’Unione europea o extraeuropei. 

Il nuovo Decreto salumi e volto a fare chiarezza e trasparenza in una situazione costante negli scaffali dei supermercati e cash&carry dove 1 prodotto su 4 ricorda il made in Italy, senza però avere un legame con la produzione agricola nazionale, dalle coltivazioni agli allevamenti.

 

 


Potrebbero interessarti anche