Niente controllo dei documenti nei ristoranti. Si verifica solo il green pass

Una circolare fornirà indicazioni precise su questo tema. I ristoratori sono contenti di non dover fare i controllori

Ministro Luciana Lamorgese documenti green pass

Vanno controllati i documenti associati al green pass?

Il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha fatto chiarezza dopo le richieste pressanti dei ristoratori riguardo il controllo dei documenti collegati al green pass. I titolari di bar, ristoranti e pizzerie, quindi, non potranno chiedere la carta d’identità ai clienti.

A ribadire il concetto è stata anche Mariastella Gelmini intervenendo a “Stasera Italia” su Rete 4. “Il Green pass non è uno strumento per punire o sanzionare – afferma – ma per tenere sotto controllo i contagi e difendere gli spazi di libertà conquistati. La ministra Lamorgese ha chiarito qualcosa di ovvio. Non chiediamo ai ristoratori di trasformarsi in sceriffi, poliziotti o forze dell’ordine. Al ristoratore chiediamo la verifica della presenza del green pass mediante l’app VerificaC19. Ci saranno poi controlli a campione dalle forze ordine”.

Anche se, la Lamorgese ha ribadito che “non si può pensare che l’attività di controllo venga svolta dagli agenti di polizia. Significherebbe distoglierli dal loro compito prioritario che è garantire la sicurezza”. Chi controllerà, dunque?

Nella giornata del 10 agosto il Garante per la Privacy, rispondendo ad un quesito sollevato dalla Regione Piemonte, ha ribaltato le carte in tavola dicendo che i titolari delle strutture ricettive e dei pubblici esercizi possono richiedere un documento di identità agli intestatari del green pass. “Le figure autorizzate alla verifica dell’identità personale sono quelle indicate nell’articolo 13 del Dpcm 17 giugno 2021. Nel documento si legge che possono chiedere un documento: i pubblici ufficiali nell’esercizio delle relative funzioni; il personale addetto ai
servizi di controllo delle attività di intrattenimento e di spettacolo; i soggetti titolari delle strutture ricettive e dei pubblici esercizi; il proprietario o il legittimo detentore di luoghi o locali presso i quali si svolgono eventi e attività; i vettori aerei, marittimi e terrestri; i gestori delle strutture che erogano prestazioni sanitarie. Il dubbio non è affatto sciolto.

La soddisfazione di Confesercenti

“I chiarimenti ufficiali del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese – afferma Confesercenti – confermano quanto abbiamo sempre sostenuto: gli imprenditori dei pubblici esercizi non possono (e non devono) chiedere i documenti dei clienti. Un sollievo per i gestori, che si erano trovati calati nell’improprio compito di agenti di pubblica sicurezza. Adesso si eliminino anche le sanzioni per le imprese. L’obbligo di green pass rimane una misura restrittiva non indolore per il comparto visto l’effetto negativo che sta avendo sulle vendite in questi primi giorni, l’aver escluso dalle incombenze delle imprese il controllo dei documenti è senz’altro un passo nella giusta direzione. Bene anche l’aver eliminato l’onere del controllo nelle fiere e sagre che non hanno varchi presidiabili: una previsione che stava mettendo a rischio lo svolgimento stesso degli eventi, con gravi danni per le attività del commercio su aree pubbliche. Non solo, la nota chiarisce che, in caso di assenza di varchi presidiabili, verranno effettuati controlli a campione con multe ai soli clienti trovati sprovvisti di certificato vaccinale, un metodo che potrebbe essere esteso a tutti. L’auspicio è che il governo continui a recepire e risolvere le criticità sull’obbligo di green pass che emergono man mano, con il fine ultimo di avere uno strumento efficace ma meno oneroso per le imprese“.

La nota ufficiale

Chi controlla la veridicità del green pass? Chi può chiedere i documenti ai clienti: i ristoratori o le forze dell’ordine? Non resta che attendere la circolare ministeriale per sollevare ogni dubbio.

Crediti foto: Nick.mon


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