Olio d’oliva italiano, tra falsi, speculazioni e prezzi al ribasso

L’olio d’oliva italiano è da sempre uno dei fiori all’occhiello della nostra cultura culinaria. E anche qui, come per altre specialità, le frodi nel mondo non mancano e causano un danno economico e d’immagine a questo nobile prodotto.

Come fregare i consumatori

L’olio deodorato, una vecchia piaga del settore, è un olio vergine con difetti organolettici, sottoposto a una raffinazione poco incisiva che ne elimina i cattivi odori per farlo assomigliare a olio extra vergine di oliva.
Non fa male alla salute, ma alle tasche dei consumatori sì, convinti di comprare un ottimo prodotto.
A questo si aggiungono manovre speculative che sono passate in sordina e si sono intensificate dalla fine di ottobre e inizio novembre. Dalla metà di ottobre l’olio extra vergine di oliva italiano è sotto attacco speculativo, con manovre al ribasso per finalità commerciali.

Proprio qualche giorno fa sono stati segnalati scambi a 7,7 euro/kg di olio di oliva extra vergine di nuova produzione. Poche cisterne ma che, in una fase delicata del mercato, possono cambiare i trend delle quotazioni.

olio d'oliva

Manovre speculative non controllate… e il prezzo dell’olio extra vergine di oliva italiano si abbassa ancora

Così dalla Camera di Commercio di Bari, qualche giorno fa, arriva la certificazione dell’ulteriore abbassamento del prezzo minimo dell’olio nazionale a 8,1 euro/kg dagli 8,3 euro/kg della settimana precedente. Il prezzo massimo a 9,1 euro/kg rimane invariato. A questo si aggiunge anche Ismea Mercati, che indica il prezzo dell’olio di oliva italiano a 8,35 euro/kg, in decrescita del 4% rispetto alla settimana precedente. Il gioco sembra piuttosto scoperto ormai: far perdere all’olio di oliva italiano 30-50 centesimi alla settimana, portando il suo valore su quello dell’olio spagnolo o greco.

Dove finisce questo olio? Al momento restano stoccate presso qualche grande commerciante pugliese, in attesa di prendere la via di Toscana e Umbria dove hanno sede le imprese delle famiglie olearie che stanno orchestrando questa speculazione.
Il trend al ribasso del prezzo dell’olio extra vergine di oliva italiano, con dinamiche anche ben più accelerate di quanto ipotizzato, è stato confermato con l’aggiornamento dei prezzi dell’olio nelle Borse di Foggia, Brindisi, Lecce e Taranto.

Indice di una manovra articolata che interessa tutte le piazze pugliesi ma nessuna delle altre Borse merci italiane dove i prezzi sono stabili o addirittura in lieve aumento per alcuni prodotti Dop (Garda e Valli Trapanesi). Un simile trend, con cali del prezzo che sfiorano il 10% in una sola settimana, non si vedevano da molto tempo in Puglia.

olio d'oliva

Il mercato dell’olio d’oliva

La volontà di raffreddare le quotazioni, d’altro canto, non è solo italiana ma internazionale, anche se con sfumature diverse che portano anche a paradossi.

Attualmente la quotazione dell’olio extra vergine di oliva spagnolo è di 8,25 euro/kg, praticamente uguale al prezzo minimo registrato dalla Borsa Merci di Bari a 8,3 euro/kg per l’olio extra vergine di oliva italiano. Addirittura, guardando al Borsino dell’olio di Teatro Naturale, il prezzo dell’olio nazionale è di 8,1 euro/kg, contro gli 8,35 euro/kg di quello iberico. Insomma l’olio extra vergine di oliva spagnolo vale quanto o più dell’olio italiano, uno scenario mai visto sul mercato. 

Il prezzo all’ingrosso è ormai a 8 euro/kg per l’olio extra vergine di oliva a Lecce, Brindisi e Taranto e a 8,05 euro/kg a Foggia. Si tratta di quotazioni inimmaginabili solo un mese fa quando i prezzi erano superiori a 9 euro/kg. Come riporta Ismeamercati, per l’olio extravergine d’oliva le diminuzioni sono avvenute sulla piazza di Brindisi (-9,1%) per 8 euro al kg; Foggia a -6,4%, prezzo 8,05 euro; Lecce (-9,1%) 8 euro/kg; Taranto (-9,1%) 8 euro/kg; a Bari l’olio extravergine d’oliva è quotato 8,35% (calo del 4%).


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