
La pizza è il simbolo gastronomico dell’Italia, ma sotto questa parola convivono mondi diversi. Tra i più celebri troviamo la pizza napoletana e la pizza romana, due stili che raccontano non solo tradizioni culinarie ma anche identità culturali e filosofie di lavorazione agli antipodi.
Pizza napoletana vs pizza romana: conoscere le loro differenze è fondamentale per pizzaioli, ristoratori e appassionati che vogliono valorizzarne le peculiarità.
Origini e contesto culturale
La pizza napoletana
Nasce a Napoli come cibo popolare, legato alla semplicità degli ingredienti e alla rapidità della cottura. Col tempo è diventata un’icona internazionale, sinonimo di autenticità e tradizione partenopea.
Per i professionisti, questo stile rappresenta una base solida di formazione: il metodo napoletano insegna a gestire impasti a bassa idratazione, tempi di lievitazione relativamente brevi e cotture ad altissima temperatura. Elementi che formano la mano del pizzaiolo e ne affinano sensibilità e velocità operativa in pizzeria.
La pizza romana
La pizza romana è invece un prodotto profondamente legato al Lazio e alla capitale, che negli ultimi anni sta vivendo un’importante fase di rilancio grazie a maestri pizzaioli e alla spinta di realtà come l’Associazione Pizza Romana(APR), nata per dare identità e riconoscibilità a questo stile nelle sue varianti: in teglia, in pala e tonda al matterello.
Per i professionisti, la romana oggi è una palestra di innovazione tecnica: gestire impasti ad alta idratazione, maturazioni lunghe e più linee di prodotto (al taglio, in pala, tonda) significa diversificare l’offerta, intercettare target diversi e ottimizzare i margini. La possibilità di lavorare su teglie e pale facilita inoltre il servizio in locali ad alto volume, consentendo maggiore pianificazione e riduzione degli sprechi.
Filosofia e stile a confronto
| Caratteristica | Pizza Napoletana | Pizza Romana |
|---|---|---|
| Impasto | Solo farina, acqua, sale e lievito; lavorato a mano o con impastatrici lente, senza grassi aggiunti. | Può includere olio extravergine, che dona elasticità e croccantezza. |
| Lievitazione | Relativamente breve, con alveolatura evidente e cornicione gonfio. | Spesso più lunga, a volte con maturazioni a freddo per complessità aromatica. |
| Cottura | Forno a legna molto caldo (oltre 450 °C) per circa 60–90 secondi. | Temperature più basse e tempi più lunghi; croccantezza come obiettivo principale. |
| Texture | Soffice, elastica, con cornicione ben sviluppato. | Sottile, croccante, “scrocchiarella”, con base friabile. |
| Formati | Sempre tonda, servita intera al piatto. | Più vari: tonda al matterello, in teglia o in pala, spesso anche al taglio. |
Tecniche di lavorazione pizza napoletana vs pizza romana
Impasti
• Pizza Napoletana: si utilizza farina a media forza con idratazione contenuta (55–65%), lavorata principalmente a mano per preservare le bolle e ottenere un cornicione ben alveolato.
• Pizza Romana: idratazioni più alte (65–80%) e spesso aggiunta di olio extravergine nell’impasto per migliorare friabilità e texture.
Fermentazione e maturazione
• Pizza Napoletana: lievitazione relativamente rapida (8–12 ore a temperatura ambiente).
• Pizza Romana: fermentazioni più lunghe, spesso con maturazioni a freddo (12–24 ore).
Cottura
• Pizza Napoletana: forno molto caldo (380–480 °C) con cottura rapida in 60–90 secondi.
• Pizza Romana: cottura a temperature più basse (280–350 °C) e tempi più lunghi.
Differenze sensoriali
• Napoletana: offre un’esperienza soffice, con cornicione ben alveolato e centro morbido.
• Romana: propone un’esperienza croccante, con consistenza uniforme su tutta la base.
Tendenze e prospettive
La pizza romana sta vivendo un vero e proprio momento di valorizzazione, guadagnando attenzione sia da parte dei professionisti sia dei clienti. Non è più percepita soltanto come la “scrocchiarella da bar”, ma come un prodotto di alta qualità, versatile e adatto a contesti diversi.
Sempre più pizzerie e ristoratori integrano entrambe le versioni nel menu, riconoscendo che i clienti cercano esperienze differenziate: la morbidezza e il comfort della napoletana, la croccantezza e la varietà della romana.
Per concludere
Pizza napoletana e pizza romana non competono: rappresentano due modi complementari di intendere lo stesso piatto.
• La prima è icona internazionale della semplicità e bontà partenopea.
• La seconda è protagonista di una nuova stagione di innovazione che parte da Roma e si espande in tutta Italia e nel mondo.



