La storia della pizzeria Dal Presidente di Napoli

Le pizzerie di Napoli sono da sempre considerate gioielli, veri e propri tesori che incantano i palati. In questo contesto, la pizzeria Dal Presidente, nel cuore del centro storico di Napoli, rappresenta un punto di riferimento imprescindibile. Oggi, però, la pizzeria è al centro di un’indagine legata alla criminalità organizzata.

La storia e la fama della pizzeria

La storia di questa pizzeria affonda le sue radici nel lontano luglio del 1994, durante il summit del G7 che portò a Napoli i grandi leader mondiali dell’epoca. Fu proprio in quell’occasione che il Presidente degli Stati Uniti Bill Clinton, accompagnato dalla First Lady Hillary Rodham Clinton e dalla figlia Chelsea, si concesse una tappa fuori programma in via Tribunali. Lì, davanti alla pizzeria “Di Matteo”, Clinton fece ciò che ogni buon turista a Napoli deve fare: assaggiare una pizza a portafoglio. La scena immortalata, con il Presidente degli Stati Uniti che gustava la pizza offertagli da Ernesto Cacialli, divenne un’icona. Portò fama mondiale non solo alla pizzeria, ma anche al pizzaiolo che la serviva.

L’origine della pizzeria Dal Presidente

Ernesto Cacialli, ribattezzato affettuosamente “‘o presidente” dalla sua comunità, decise in seguito di intraprendere la sua avventura imprenditoriale aprendo una pizzeria propria, la Dal Presidente. Il successo sembrava essere scritto nel destino di Cacialli, ma la vita riservò a lui e al suo locale svolte inaspettate. La sua prematura scomparsa lasciò un vuoto, e la gestione successiva della pizzeria non riuscì a mantenere lo stesso livello di eccellenza.

pizzeria dal presidente

Il cambio di gestione

Il destino della pizzeria Dal Presidente cambiò nuovamente quando passò sotto la direzione di Massimiliano Di Caprio. Tuttavia, il nome di Di Caprio sarebbe stato coinvolto in vicende oscure e legami con la criminalità organizzata. L’arresto nell’ambito di un’inchiesta sulla camorra e il coinvolgimento in controversie, come il commento omofobo sui social media, gettarono un’ombra di sospetto sulla gestione del locale.

Un’indagine vede coinvolta la storica pizzeria Dal Presidente 

Oggi, la pizzeria Dal Presidente si trova al centro di un’altra vicenda, con la società titolare dell’attività posta sotto sequestro dalle autorità competenti. L’inchiesta della Procura di Napoli ha portato alla luce presunte connessioni con la criminalità organizzata e il riciclaggio di denaro, mettendo in discussione la reputazione e l’integrità del locale.

Secondo le indagini della Dda, l’impresa di ristorazione è stata acquistata con la protezione di un esponente di spicco del clan. Il suo nucleo familiare ha continuato a beneficiare dei proventi dell’attività anche dopo la detenzione dell’uomo per reati legati allo spaccio di stupefacenti. La società era gestita di fatto dal cognato del detenuto, il quale ha poi abbandonato l’impresa per avviare un’attività nel campo dei prodotti da forno.

Il legame con la criminalità organizzata

Le indagini hanno inoltre rivelato un intricato schema di riciclaggio di denaro, con oltre 412.000 euro versati in contanti e reimpiegati nelle società di ristorazione e panificazione, nonché nell’acquisto di beni immobili intestati a prestanome. Oggi, il denaro è stato sequestrato insieme alle quote delle società, all’impresa individuale e agli immobili, il cui valore complessivo supera i 3,5 milioni di euro. Cinque persone sono state arrestate per trasferimento fraudolento di valori e autoriciclaggio. Tra gli arrestati c’è anche un poliziotto coinvolto in attività illecite. Le indagini hanno rivelato la gestione fraudolenta di varie attività, incluso un panificio, e la fittizia intestazione di un’agenzia di viaggi e di immobili di pregio. 

Se la storia insegna

La storia della pizzeria “Dal Presidente” è un monito sulla fragilità delle istituzioni. Ma anche sulla pervasività della criminalità organizzata nel tessuto economico e sociale di Napoli. L’inchiesta mette in luce l’importanza di una vigilanza costante e di un impegno determinato nel contrastare l’infiltrazione della camorra nelle attività commerciali della città, preservando l’autenticità e l’integrità delle sue tradizioni culinarie.


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