Borghese, Cracco e La Mantia sulle regole Inail: “Sarà un massacro”

Le regole Inail stanno generando malessere

Sono tanti i ristoratori che hanno manifestato il disappunto per le disposizioni Inail riguardanti la prossima riapertura di bar, ristoranti e pizzerie.

Anche alcuni chef stellati e volti noti del piccolo schermo hanno rilasciato dichiarazioni a tal proposito. 4 metri quadrati per ciascun cliente e 2 metri di distanza fra un tavolo e l’altro sono eccessivi per molti. E a questo si aggiungono le mascherine per i camerieri, il gel igienizzante per le mani, le barriere divisorie, la sanificazione degli ambienti…

Alessandro Borghese: “Mancano sostegno e regole per la ripartenza”

In un’intervista al Corriere della Sera, lo chef di Quattro ristoranti, Alessandro Borghese afferma: “Lo Stato sta radendo al suolo la ristorazione italiana, con la sua assenza. Non solo manca sostegno economico a un settore che è il fiore all’occhiello del Paese, ma anche le regole per iniziare a progettare la ripartenza non ci sono”.

“Da quando è iniziato il lockdown ho perso quasi metà degli introiti. Ora siamo fermi. È tutto chiuso” afferma lo chef. “Sto anticipando l’assegno della cassa integrazione ai miei 64 collaboratori: non potevo permettere attendessero mesi prima dell’arrivo dei fondi a causa della burocrazia. Ma così non si può resistere a lungo. Se le cose non si smuovono – continua Borghese – dovrò decidere cosa fare con il personale, le spese d’affitto e le bollette. Ma è un’evenienza in cui spero di non dovermi trovare”.

Il pensiero va anche ai colleghi ristoratori: “Penso a quelli che vivono degli incassi di bistrot, trattorie e osterie, soprattutto in provincia. Sono molto preoccupato per loro. Alcuni hanno già chiuso, tanti altri lo stanno per fare. Le istituzioni dovrebbero avviare un tavolo nazionale con i rappresentati dei ristoratori per ragionare su problemi e soluzioni”.

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Carlo Cracco: “Il Governo ci faccia partecipare alla discussione delle regole”

Intervistato da SkyTg24 Carlo Cracco ha dichiarato: “Il nostro sforzo è stato quello di cercare di unirci insieme agli altri ristoratori per fare rete e per far vedere quanto è grande questo comparto. Non è un mondo fatto solo di persone più o meno conosciute. È fatto da un mondo enorme di professionalità e di eccellenza“.

“Quello che bisogna aspettarsi da parte del Governo è innanzitutto chiamare uno di noi per spiegare che cosa bisogna fare. Le regole Inail non possono essere scritte non tenendo conto delle differenze che ci sono tra un ristorante, una pizzeria, una gelateria o un bar”.

“Quello che oggi dobbiamo chiedere – ribadisce Cracco – è la certezza delle regole e dobbiamo dare garanzie al nostro cliente, che è colui che paga e riconosce in noi affidabilità e professionalità che noi dobbiamo restituire”.

L’asporto può aiutare in mancanza d’altro ma non è la panacea di tutti i mali. Incide forse per il 10%, stiamo parlando del nulla. Noi siamo quasi 100 dipendenti e meno della metà hanno lavorato in questo momento. Chiedo di riaprire in sicurezza e riscrivere le regole in modo da non farci più trovare impreparati”.

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Filippo La Mantia: “La riapertura? Per molti sarà un salasso, un massacro”

Lo chef Filippo La Mantia, classe 1960, in seguito alla pubblicazione delle regole Inail, è pronto a riaprire il suo Ristorante milanese “Oste e cuoco” in piazza Risorgimento. Fortunatamente le dimensioni del suo locale consentono di contenere un buon numero di clienti, ma…

“Sono col metro in mano” racconta lo chef a Adnkronos. “Né io né nessuno si può permettere di giudicare le scelte tecniche di sicurezza ma è molto difficile visualizzare un luogo dove intorno a una persona ci siano 4 metri quadri di distanziamento, è tanto. Chi ha locali piccoli avrà molti problemi. A queste condizioni conviene non aprire affatto”.

Il danno è enorme: “È tutto un danno – sottolinea La Mantia – tra sanificazioni, liquidi, mascherine e guanti, è un salasso. Credo che una buona parte dei ristoratori chiuderà per sempre. È un massacro“.

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