Ristorante “Da noi in”, immersi nei profumi

Leonardo Felician - giornalista culinario

Storia di un nome
Il nome del ristorante ha bisogno di una spiegazione: si chiama “Da noi in” e sottintende la continuazione del nome, “in via Forcella”, una viuzza tranquilla e silenziosa nel quartiere trendy non lontano dalla Milano dei Navigli, a pochi passi dalla storica stazione ferroviaria di Porta Genova, parallela alla trafficata via Tortona, centro nevral¬gi¬co della moda e del design.
 
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Qui la famiglia Martone, una dinastia industriale nel campo dei profumi, ha colto un’opportunità e una sfida: quando il vecchio comprensorio della fabbrica è stato dismesso per spostare la produzione nella zona di Lodi, ha affittato la struttura, ma alcuni anni fa ha colto l’occasione per riprenderla in mano trasformandola integralmente in un albergo a cinque stelle. Il “Magna Pars”, questo è il nome anch’esso inusuale dell’albergo che richiama un verso dell’Eneide, è costituito tutto da suite e junior suite modernissime, dominate dalla tecnologia e dai colori chiari, che si aprono sul cortile interno trasformato in un silenzioso e profumato giardino.
 
Cultura, arte, sostenibilità ambientale, innovazione, bellezza e tecnologia sono gli ingredienti che hanno portato a un immediato successo complice anche l’annata dell’Expo, indimenticabile per gli albergatori milanesi, tant’è che il numero delle suite è stato ampliato espandendosi nell’edificio confinante. Qui al piano terra, in posizione angolare con vetrine sull’esterno, è stato realizzato anche LabSolue, il Perfume Laboratory dell’hotel, un luogo che conquista con la sua storia e i suoi ricordi, un prestigioso passato di emozioni e alchimie di una fabbrica di profumi storica, la ICR della famiglia Martone, produttrice della crema farmaceutica Marvin diventata poi crema cosmetica negli anni ’80. L’albergo è associato con merito alla catena Small Luxury Hotels (SLH) ed ha uno dei suoi punti di forza nell’attrezzatissimo spazio eventi con ingresso indipendente su via Tortona che ha permesso a molti di accorgersi di questa nuova realtà dell’hotellerie milanese.
 
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Ristorazione
Una porta segreta realizzata in rame dalla mano di artisti dell’accademia delle belle arti di Brera apre il sipario del Liquidambar, il bar dell’albergo che prende il nome da un albero che dà un’essenza profumata. Un bancone in onice bianco e l’incantevole giardino prospiciente fanno di questo lounge bar un luogo piacevole e silenzioso di ritrovo. La cantina a vista raccoglie un gran numero di etichette delle migliori cantine italiane. Il gusto dell’accoglienza e il piacere del bello si coniugano con la grande cucina servita al ristorante “Da Noi In”, cui si accede dal bar attraversando un corridoio che dà sull’indaffarata cucina a vista interamente realizzata in acciaio inox e dotata di tecnologie all’avanguardia.L’executive chef Fulvio Siccardi, si ispira a una cucina creativa contemporanea con la scelta di materie prime di alta qualità. Fragranze e profumi vengono accostati con maestria, creando connubi inconsueti di ricette profondamente italiane ma mai scontate. Nella bella stagione si mangia all’aperto, sui tavolini sotto gli alberi del giardino. D’inverno, due camini a vista riscaldano la sala, impreziosita da una raccolta di vecchi libri e da un’immagine a tutta parete di un campo di lavanda in fiore, erba aromatica mediterranea di lunga tradizione, da sempre usata sia in profumeria, sia come ingrediente in cucina.
 
Chef
Executive chef sin dall’apertura di alcuni anni fa è Fulvio Siccardi, insignito della sua prima stella Michelin già nel 2002. Nato nel 1969 a Torino, come molti grandi chef ha iniziato per passione da giovanissimo: con l’esperienza maturata in questo lungo percorso propone una cucina italiana fin nel midollo fatta di emozioni e ricordi che trae ispirazione dai tempi e dai luoghi della sua vita. La sala del ristorante, usata anche per abbondanti prime colazioni a buffet, in settimana ospita anche pranzi di lavoro.
 
La creatività e l’innovatività degli accostamenti accanto ai piatti tradizionali si vede bene dalla lista dei secondi piatti: capesante scottate con asparagi e tartufo nero, rombo chiodato all’acqua pazza, merluzzo nero marinato al miso, tagliata di fassona cotta rosa, carrè d’agnello arrostito con salsa birra e miele, cotoletta di vitello da latte alla milanese. Alla sera il menù degustazione di cinque portate proposto dallo chef è proposto a un prezzo molto competitivo. A pranzo c’è un più veloce menù gourmet e un menù vegetariano. Tra i dessert, la specialità è l’agrumango, ma c’è anche lo strudel scomposto, il carpaccio d’ananas e la crème brulée alla vaniglia con sorbetto di fragola selvatica.