La ristorazione che cambia: i nuovi concept dei locali

Se il cibo è anche intrattenimento, i format della ristorazione non possono che tenere il passo con una domanda in continua e rapida evoluzione, dialogare con il contesto in cui si inseriscono e soprattutto proporre delle esperienze inedite per la comunità di riferimento.

Si è evoluto così il concetto della food hall d’ispirazione nordeuropea, declinandosi per rigenerare sempre più spesso spazi periferici delle città. Si sono moltiplicate le occasioni che integrano vendita e somministrazione. E stanno proliferando format monoprodotto ubicati su superfici medio-piccole di 50-80 mq con zone di sedute comuni, anche all’aperto, che diventano luoghi di incontro e centri di attività culturali e ricreative sinergici con il food&beverage.

Ancora, il design non è più un argomento secondario del progetto, come dimostra la proposta di ristorazione itinerante, dove il protagonista è il gelato artigianale, che ha fatto vincere all’architetto Paolo Cossu il premio promosso dalla Foodcommunity, con il concept aVISTA. Un progetto frutto della visione di due maestre gelatiere, Giovanna Musumeci e Ida Di Biaggio, e del loro incontro con il designer: partendo dalla tradizione della convivialità e dell’accoglienza siciliane, è nato un format agile e adattabile a moltissimi ambienti e situazioni. La chiave del successo? L’offerta di un’esperienza ogni volta creativa che coinvolge il cliente nella preparazione espressa del gelato e lo immerge in un mondo tutto da scoprire.

A Torino, ad esempio, il 16 dicembre è stata aperta una nuova realtà al posto delle ex officine Savigliano. A portare a segno l’operazione in questo caso il gruppo Policentro guidato da Massimo Teppa che racconta «stiamo resuscitando una galleria morta e abbandonata da anni. Pre Covid avevamo studiato un concept che puntava molto sul mix di intrattenimento e ristorazione, un format pensato anche per contrastare l’ecommerce, con una specifica connotazione serale per l’offerta food&beverage. Scoppiata la pandemia – ha spiegato – abbiamo dovuto ridimensiore la parte della ristorazione, ampliando la parte esterna del marciapiede e includendo 160 metri lineari di dehor lungo il fronte di quella che era un’ex fabbrica di carpenteria metallica per le ferrovie». Sette i brand che si affacciano sulla nuova promenade pronta a diventare una piazza lineare, «una proiezione esterna dei contenuti della galleria».

Policentro ha anche collaborato per la parte food del nuovo Maximo di Roma (unico centro commerciale inaugurato nel 2020 in Italia, in piena pandemia) ideato vent’anni fa e dove è stato incluso uno street food market «una sorta di mercato con nove chioschi per un’offerta multipla per le famiglie che facilmente si possono riunire in un’unica area per consumare prodotti diversi».

Un progetto che propone un’ulteriore innovazione è il Merlata Bloom a Milano (apertura prevista entro la primavera del 2023), che va oltre l’idea di food hall e indaga una nuova frontiera più vicina allo spazio pubblico che al retail. In campo anche qui c’è Nhood che ha coinvolto 40 brand della ristorazione (più del 10% della superficie totale) integrando catene internazionali, eccellenze locali e ristoranti che si potrebbero trovare in centro città.

Identikit del progetto? La ristorazione come driver per generare luoghi di vita con un indotto positivo sulla comunità, creando non solo posti di lavoro ma soprattutto spazi di aggregazione, incontro, scambio e svago.Tanta luce naturale e stretta relazione tra interno ed esterno.

Fonte: Il Sole 24 Ore


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