Sciopero nella ristorazione: i rider protestano “Serve un vero contratto”

Oggi, i rider – cioè i fattorini del delivery – hanno indetto uno sciopero. Infatti, chiedono diritti al pari degli altri lavoratori. E si rivolgono ai clienti: chiedo loro di non ordinare. A gran voce sostengono: “Con la pandemia siamo diventati ‘essenziali’. Ma per tre euro a cottimo”.
 
I fattorini chiedono “un contratto vero e proprio. Con tutele reali, concrete garanzie, equità e rispetto del loro lavoro. In altre parole, un contratto collettivo nazionale”. Le proteste hanno attraversato le città. RiderXiDiritti ha organizzato lo sciopero. Che ha trovato grande risonanza anche in rete con la proposta di un #nodeliveryday.
 
Tommaso (della rete Riders Union Bologna) ha lanciato l’iniziativa ricordando i rider “che continuano a lavorare in condizioni di precarietà e sfruttamento. Durante la pandemia siamo stati definiti lavoratori indispensabili. E il delivery un lavoro essenziale. Ma continuiamo a fare questo lavoro a 3 euro a cottimo senza neanche la malattia”.
 

 
La Cgil del Lazio ha fatto propria la manifestazione. E precisato: “In tutta Europa le aziende mettono in regola i ciclofattorini. Inoltre garantiscono diritti, sicurezza e salario. I rider diventano dipendenti e riescono a uscire dal cottimo e dallo sfruttamento. In Italia, invece, Assodelivery continua a sfuggire al confronto. E preferisce soccombere in tribunale. O rischiare di pagare milioni di multe piuttosto che trattare davvero con le organizzazioni sindacali.”
 
L’associazione prosegue: “La firma del protocollo contro il caporalato dimostra che la trattativa sindacale e gli accordi portano buoni risultati. L’unica strada è quella che dà spazio alla trattativa con i rappresentanti dei lavoratori. Come sta facendo Just Eat, per dare vita a un contratto vero che tuteli i rider. Ed elimini ingiustizie e sfruttamento”.
 
Dunque, i sindacati sottolineano che è necessario un contratto che superi il controverso accordo siglato dalla sola Ugl. Proprio perchè, secondo RiderXiDiritti questo è contratto che è una “truffa. La quale mantiene lo status quo. E che continua a considerarci lavoratori autonomi senza tutele e diritti. Dunque, chiediamo, come ha detto la maxi-inchiesta di Milano, di avere tutele. Non siamo schiavi”.
 
Anche il Nidil di Modena supporta la protesta: “Essendo altamente ricattabili, e non potendo esercitare diritti sindacali i rider non possono scioperare. Per questo hanno indetto questa giornata di mobilitazione chiedendo la collaborazione dei cittadini e dei consumatori. Fanno appello alla sensibilità dei clienti. Affinché non si effettui nessuna ordinazione on line per tutto il giorno. Occorre dare un segnale di protesta concreta affinché le piattaforme riconoscano i diritti dei rider. Al pari di tutti gli altri lavoratori”.