Stop alle aperture di nuovi ristoranti fino a fine 2021. Come stanno le cose?

Qualche giorno fa ha iniziato a circolare in rete la notizia dello stop alle aperture di nuovi ristoranti per 1 anno e mezzo, ovvero fino al 31 dicembre 2021. La proposta è stata attribuita al senatore PD Dario Parrini che l’avrebbe formulata con un emendamento al decreto Agosto. La smentita è arrivata poco dopo: il parlamentare ha negato di aver avanzato questa proposta, che non presenterà neanche in futuro.

Stop a gastronomie-ristoranti

Ciò che è reale è l’emendamento della senatrice PD Caterina Biti, dichiarato ammissibile al decreto Semplificazioni in commissione al Senato. L’emendamento prevede lo stop fino alla fine del 2021 alla possibilità di trasformare le gastronomie e i negozi in ristoranti o comunque in locali dov’è possibile consumare cibo. L’biettivo è quello di contenere gli effetti negativi derivanti dall’emergenza Covid ed evitare eventuali ripercussioni sui rapporti di locazione commerciale in corso limitando il consumo immediato dei prodotti di gastronomia presso i negozi di vicinato.

stop aperture ristoranti covid

I nuovi imprenditori risulterebbero avvantaggiati

Ristoratori Toscana è un’associazione di categoria particolarmente battagliera che conta circa 15 mila iscritti e diverse migliaia di fan su Facebook. È lei che si è fatta promotrice dello stop all’apertura dei nuovi ristoranti sostenendo che i nuovi imprenditori – forti di capitali freschi – avrebbero facile gioco a scalzare i vecchi ristoratori, stremati dalla stagione nera del Covid-19, (in certi casi morosi dopo mesi di chiusura). I nuovi imprenditori sarebbero in grado di offrire fitti più remunerativi per i proprietari dei muri, incalzando quindi i vecchi ristoratori.

Stop aperture ristoranti: l’opinione di Filiera Italia

“La ristorazione è un settore vitale legato a doppio filo all’agroalimentare — ha precisato Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia — e la lenta ripresa si sta riverberando sul comparto con numeri importanti (-60% sul vino, -45% per i formaggi e -30% sui salumi di qualità). Ben vengano quindi misure come i 600 milioni a fondo perduto per gli esercizi di ristorazione che acquistano prodotti alimentari 100% Made in Italy. No invece a una mentalità e a metodi dirigisti che mortificano l’iniziativa privata. È profondamente sbagliato – continua – pensare di tutelare l’occupazione attuale bloccando per anni la nuova. Equivale a mettere la testa sotto la sabbia aspettando che passi la tempesta, non è questo il modo per rilanciare settori strategici della nostra economia ed affrontare la modernizzazione del Paese”.

Il punto di vista di Federcuochi

Federcuochi è di opinione simile. “Bloccare l’apertura di nuovi ristoranti sarebbe una follia” sostengono. Lo stop penalizzerebbe “le nuove iniziative imprenditoriali, soprattutto nelle piccole realtà territoriali, dove ancora sono disponibili licenze comunali per l’apertura di nuovi ristoranti. È necessario studiare misure adeguate per rilanciare un settore trainante per l’intera economia del Paese, che ha ricadute importanti anche su tutta la filiera agroalimentare”.

Fonti: Repubblica – Corriere della Sera


Potrebbero interessarti anche