Super green pass? Un bagno di sangue per la ristorazione

Il super green pass? Per il settore della ristorazione sarà un bagno di sangue. Stessa situazione per gli alberghi, per accedere ai quali è sufficiente il green pass ‘base’, ottenuto anche con tampone: fioccano le disdette, soprattutto dei pochi gruppi di turisti stranieri che avevano prenotato da tempo per il periodo natalizio. Come al solito anche per questo nuovo provvedimento manca chiarezza sulla sua applicazione e in questa incertezza la gente, turisti compresi, preferiscono restare a casa”. A dirlo Raffaele Madeo, presidente di Tni Italia, il sindacato che tutela le imprese del mondo Horeca.

Tni sul super green pass

“Chiediamo un ripensamento sulla stretta che sarà in vigore dal 6 dicembre e, visto che rimangono le norme e le restrizioni in tutti i ristoranti, chiediamo nuovi ristori, come il credito di imposta, per il settore. Il clima di incertezza e di sfiducia – prosegue Madeo – sfavorisce i consumi e la voglia di divertirsi, dalla quale già saranno esclusi otto milioni di italiani.

Viste le disdette che già le nostre imprese registrano e che stimiamo saranno almeno il 50% da qui alle prossime settimane, la percezione che hanno all’estero della situazione italiana e toscana è negativa: altri Stati, dove la percentuale di vaccinati è più bassa, non prevedono restrizioni alla libertà di movimento delle persone, da noi prevista peraltro anche in zona bianca, quando i dati dei contagi e dei ricoveri non superano la soglia di allarme”. “Siamo consapevoli – conclude Madeo – che l’unica arma contro il Covid è la vaccinazione, ma, come è stato fin dall’inizio, siamo contrari allo strumento ‘green pass’, che sia base o super”.

Infine, Tni Italia è vicina ai tassisti che ieri, 24 novembre, hanno scioperato contro il Ddl concorrenza. “Tutta la nostra solidarietà e il pieno appoggio ai tassisti. La battaglia che il governo sta facendo contro di loro la conosciamo bene. Contro le multinazionali, che spadroneggiano anche nel settore della ristorazione, abbiamo fatto tre scioperi. Purtroppo è il solito tentativo che si sta facendo anche nei confronti dei balneari e degli ambulanti: quello di lasciare il campo alle grosse multinazionali, che impoveriscono il lavoro e poi dettano le regole del mercato all’utenza”.
 
 
 
Comunicato stampa


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