Tradizioni enologiche e qualità al Paestum Wine Fest

Anna Rubino

Anna Rubino

Nel cuore  della cultura della Magna Grecia, si è svolta la X Edizione del Paestum Wine Fest. La città dei Templi accoglie per la kermesse enologica le aziende vitivinicole più prestigiose. Il richiamo tra passato e presente è forte e radicato  nel territorio con una forte identità enogastronomica ed  archeologica connubio espressivo perfetto rappresentato nell’ex Tabacchificio situato nel borgo Cafasso.

Paestum Wine Fest

Paestum Wine Fest, l’evento dedicato al vino

Il Paestum Wine Fest è stato organizzato da  Luca Gardini – The Wine Killer – con Angelo Zarra – CEO di Zeta Enoteca e Ottavio Sorrentino. Hanno presenziato anche i Consorzi  del Brunello del Montalcino, Vino di Salerno e di tutela dell’Aglianico del Volture.

Un evento che è nato per gioco nel giardino dell’Enoteca Paradise di Angelo Zarra e che è diventato un vero e proprio salone del vino.​

Luca Gardini (Best Italy Wine Critic of the Word) ha trasmesso un messaggio molto importante. “Il vino se è buono lo è sempre, mentre se un vino è cattivo lo sarà sempre, a prescindere dalla “categoria”“. 

La Campania, patria del vino da più di tremila anni, dai Greci ai Romani , gode dell’eccellenza del  clima mite e nella natura argillosa-calcarea del terreno. Sono, quindi, le condizioni necessarie per una produzione di qualità. In particolare Paestum vanta di una lunga tradizione enologica.

Un evento vivace, robusto  come il Cabaret Souvignon, dolce come un Passito, come le prime sfumature di primavera… brillante come il Brunello di Montalcino ed inteso come l’aroma del Vino. Una tre giorni di Wine Esperienze di alto spessore con professionisti del settore, appassionati, cultori e soprattutto amanti del bere bene.

Più di trecento cantine presenti  alla fiera del vino, oltre alle cantine cilentane, quelle nazionali e francesi, presentando un percorso di degustazione. Al centro l’esposizione dei vini dei vitigni campani, rappresentati  dalle antiche vigne di aglianico e Fiano, vitigni nobili del Sud, con la presentazione di “cuore matto” aglianico, novità dell’azienda  Verrone.

Vino e ancora vino…

Restando in Cilento una boccata di Aglianico, Rosato e Fiano della Tenuta Massanova. Presente il Saracè Fiano DOP al 100%, maturo, ben elegante, ben strutturato con note floreali e fruttate della cantina Polito.
A seguire un’alto vino degno di menzione l’ aglianico le Ghiandaie cantina Rotolo, vino strutturato con  note di frutta matura, frutta  rossa, tostature, ben persistente  avvolgente e caldo. Dai vini cilentani alle pendici del Vesuvio degustando l’antica storia  di Sorrentino Vesuvio con Lacryma  Christy del Vesuvio rosso denominato “Il pianto di Cristo“… le lacrime versate  per una landa di Paradiso adagiata sulla terra dagli uomini.

Non manca l’euforia adrenalinica delle bollicine ed è subito Franciacorta con Saten   2016 e brut “Contadi Castaldi“ Franciacorta. Come citava Ovidio, il vino prepara i cuori e li rende più pronti alla passione e non poteva mancare un elisir d’amore con  il calice “il bacio delle tortore”.

Per esaltare l’assaggio di arrosticini e bombette di maiale e manzo con  il caciocavallo impiccato, un calice di Primitivo dei colli di Salerno della casa vinicola di Michele Setaro, unico produttore e promotore di elisir di seta rosso “vino rosso cotto”.

Paestum Wine Fest è stato anche mixelazione con Bruno Vanzan tante masterclass, sapori e profumi autentici. Cheers!