Unesco, la pizza candidata a patrimonio dell’umanità

E’ ufficiale: l’Italia propone all’Unesco la candidatura al Patrimonio Immateriale dell’Umanità dell’arte dei pizzaiuoli napoletani. Un’arte tramandata da generazioni la cui salvaguardia si impone per tutelare anche la pizza napoletana.
 
La decisione all’unanimità della Commissione nazionale italiana per l’Unesco su proposta del Ministero dell’Agricoltura e con il sostegno del Ministero degli Esteri, dell’Università, dell’Ambiente, dell’Economia segue questa strada intrapresa dal presidente della Fondazione Univerde Alfonso Pecoraro Scanio, dalle associazioni dei pizzaioli, da Coldiretti, da Molino Caputo e da tanti appassionati che hanno offerto il sostegno firmando per la candidatura.
 
La decisione è stata espressa dopo aver valutato la petizione supportata da 850mila firme, non solo italiane, ma da tutto il mondo: “l’arte dei pizzaiuoli ha svolto una funzione di riscatto sociale, elemento identitario di un popolo, non solo quello napoletano, ma quello dell’Italia. È un marchio di italianità nel mondo” spiega la Commissione.
 
pizza rhuf
 
Il riconoscimento della pizza come patrimonio dell’umanità è un modo per dare un serio valore a uno dei più famosi prodotti del Made in Italy, come commenta il Ministro Martina: “Proseguiamo a valorizzare il made in Italy dopo il grande successo di Expo”.
 
Adesso il dossier sarà trasmesso all’Unesco e inizierà un lungo e complesso negoziato che coinvolgerà oltre 200 Paesi. Una candidatura particolare perché “fino ad ora mai l’Unesco ha iscritto una tradizione connessa ad una produzione alimentare”. La candidatura sarà valutata dalla commissione Unesco, con sede a Parigi, nel 2017.


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