Dazi americani: rischiano di colpire i prodotti Made in Italy

Dopo la disputa Airbus, i dazi americani potrebbero colpire altre eccellenze Made in Italy, come il vino. Dopo il formaggio e i salumi, le black list americane si allargano con scadenza semestrale e a metà febbraio, si potrebbero estendere anche a olio e pasta.
L’impatto più importante ha riguardato i formaggi, comportando un onere di circa 57 milioni di dollari. Al secondo posto c’è il settore della frutta: il valore del dazio è di circa 1 milione e mezzo. A seguire, ci sono il settore della carne, dei liquori e conserve, per un totale di circa 120 milioni di dollari di dazi: un impatto significativo.

 
Usa
 

Continua quindi la guerra commerciale fra Stati Uniti ed Europa con i dazi americani che colpiscono le merci europee con un valore di 7,5 miliardi di dollari. Una vicenda ben lontana dal vino e più in generale dall’agroalimentare Made in Italy, che coinvolge altre dinamiche a livello europeo, in particolare i sussidi ad Airbus, ma che tiene col fiato sospeso gli imprenditori italiani.

 
Formaggio
 

Il 02 ottobre 2019, i giudici della World Trade Organization (WTO) confermano i dazi americani e il 18 ottobre, entrano in vigore le imposte Usa del 25% su una lista di merci di Germania, Francia, Spagna e Regno Unito. Secondo Coldiretti, invece le dop italiane vengono colpite per un valore di 500 milioni di euro: formaggi, salumi, agrumi, liquori, crostacei, molluschi e succhi. Tutta una serie di prodotti che nulla hanno a che fare con l’aerospaziale, che secondo Coldiretti gli Usa avevano già individuato da maggio.

 

La Coldiretti lancia l’allarme: se i dazi americani aumentassero fino al 100% ci sarebbero conseguenze devastanti per il Made in Italy. Dopo la digital tax in Francia e l’attesa per il giudizio della WTO sul reclamo dell’Unione Europea sugli aiuti statali americani a Boeing , arriva un gesto preventivo da parte del presidente americano Trump. Viene presa in considerazione l’aggiunta di altri prodotti di tutti i 27 Stati membri dell’Unione Europea alla lista dei dazi al 100%, o in alternativa, l’abolizione degli stessi dazi, lasciando un periodo di tempo per decidere il da farsi.

 
Olio
 

Si arriva così al 13 gennaio 2020: il movimento d’opinione anti-tariffe guidato dal Comité Européen des Entreprises Vins e il Wine institute, le due maggiori associazioni di vignaioli Ue e Usa, pubblicano un comunicato congiunto. L’appello chiede al governo francese e a quello americano, che il vino non venga colpito da dazi di qualsiasi tipo a causa di dispute commerciali non collegate.
Purtroppo, però, allo stato attuale, ci sono 308 categorie di beni che esulano dall’aerospaziale e che sono minacciate dai dazi americani. Tra questi l’agroalimentare, oltre ad altri settori dell’economia italiana.

 

Per il momento vengono lasciati in sospeso una black list di prodotti da colpire, lasciando tutti col fiato sospeso. L’agroalimentare europeo rischia di essere l’elemento più debole che potrebbe essere colpito e che per il momento viene lasciato in balia. L’agroalimentare come il vino, sono beni non fungibili e questo avvantaggerebbe gli altri prodotti statunitensi, come gli alcolici, provocando un abbassamento dei prezzi del vino europeo ricollocato su altri mercati. Gli esperti sostengono che il presidente Trump, così facendo, voglia costringere l’Unione Europea a trattare.

 
Vino
 

Il sottosegretario agli Esteri, Ivan Scalfarotto, volerà negli Stati Uniti a fine gennaio, mentre sarà negli Stati Uniti mentre la Ministra Teresa Bellanova incontrerà Sonny Perdue a Roma, spiegando che il governo italiano si sta mobilitando per rimuovere i dazi americani. La Ministra ha scritto personalmente ad Hogan sottolineando il bisogno di attivare le diplomazie affinché non si proceda con dei dazi ambo le parti. Premura della Ministra è anche portare all’attenzione la necessità di creare un fondo di compensazione europeo per ripagare i danni subiti dai produttori.

 

Michele Fino, coordinatore ei master in Wine e Food Cultur, precisa anche che la necessità prioritaria sarebbe quella di risolvere la questione Airbus-Boeing senza coinvolgere altri settori spiegando che l’incertezza e l’instabilità è il peggior nemico dei mercati e che mai, delle guerre commerciali hanno portato pace e prosperità.

La risposta alla totale abolizione dei dazi deve ancora arrivare dagli Stati Uniti: le autorità americane potrebbero esprimersi entro il 15 febbraio.

 
Casa Bianca Dazi Americani


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