La storia della pasta in un boccone

Imma Gargiulo

Imma Gargiulo

Esiste la storia della cucina, ma ancor di più esiste la storia dei suoi ingredienti: primo tra tutti la pasta. I nomi delle paste più antiche sono lasagne, da lagana, strisce, e vermicelli dalla loro forma di vermi. Di sicuro poco appetitoso se si visualizza la vera radice del nome. Un formato tanto amato e presente nelle ricette di quasi tutta l’Italia sono poi gli ziti. In un primo momento questi si chiamarono zite, termine dialettale del sud che sta ad indicare una donna che da zitella passava alla figura di maritata. Da zitella a nzurata.
 
C’è poi la pasta onomatopeica, vale a dire i Paccheri o schiaffoni, a causa del rumore che producono quando vengono messi nel piatto con il sugo. Certo al suggerimento di un cameriere di prendere degli schiaffoni sfido chiunque a non esitare un attimo prima di far iniziare la salivazione per la succulenza.
Ma sono certo gli oggetti quelli che hanno avuto maggior successo nella fantasia dei pastai, infatti ecco che si trovano sugli scaffali ruote, anelli, anellini, fettucce, penne, pennette, eliche.
 
Ci sono poi gli appassionati di anatomia umana e da qui nascono le lingue, linguine, capellini, capelli d’angelo, orecchiette, ricci, occhi.
E non potevano mancare la flora e la fauna con occhi di lupo, farfalle, lumache, conchiglie, semini, lenti, sedani e sedanini.
I cattolici osservanti hanno prodotto la nascita super riuscita delle famose Candele, che in presenza di peccati e peccatucci diventano candele spezzate. Mentre i più devoti supplivano al timer della cottura le preghiere e così nascono i Paternostri e le Avemaria, irriverenti sono gli Strozzapreti
I sartini principianti si sbizzarriscono in maniche, mezze maniche (per il periodo estivo) fiocchi, bavette, trinette o trenette.
Passiamo poi al periodo cubista con i quadrucci, i tubetti, tubettini, tubettoni, cannoli, cannelloni.
 
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Quello che più è sorprendente in questo mondo senza limiti alla fantasia sono i nomi storici, cioè quelle paste nate per commemorare eventi storici, rendendo indissolubile un bisogno primario con un bisogno secondario. Al bisogno di nutrirsi si lega il bisogno di immortalità e quali paste più emblematiche se non le Margherite, le Mafalde, i tripolini e gli Assabesi.
Dopo la visita del Re Umberto I di Savoia nel 1885 accompagnato dalla Regina Margherita per l’inaugurazione della stazione ferroviaria di Gragnano per favorire gli scambi commerciali con la città di Napoli; i pastai fecero nascere le Margherite. Sempre per la famiglia Savoia nascono le romantiche Mafalde create in onore della nascita della principessina Mafalda di Savoia nel 1902, a cui seguirono le più piccole Mafaldine, tagliatelle impreziosite dai bordi smerlati.
 
Non si sa bene perché e per come, ma di sicuro qualcuno lo sa, le Mafalde vengono spezzate in due per omaggiare un grande evento “glorioso” della nostra storia, le campagne d’Africa. E se la gloria di quel momento è svanita, abbiamo ancora sulle nostre tavole questa prelibatezza perfetta anche per un evento così speciale come la notte di Natale.


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