Scontrino elettronico, le ultime novità che devi sapere

Pronto per l'invio dello scontrino elettronico, con meno di un caffè al giorno

Arriva lo scontrino elettrico

Manca meno di un mese all’entrata in vigore dello scontrino elettronico per diverse attività, vediamo cosa conviene fare all’esercente in caso rientraste in questo primo scaglione.

Ricordiamo che a luglio tutte e le partite iva che nell’anno 2018 hanno superato un volume d’affari di 400.000 euro saranno obbligati ad emettere scontrino elettronico e quindi a dotarsi di un registratore telematico “RT”.

Il volume d’affari è costituito dall’ammontare complessivo delle cessioni di beni e delle prestazioni di servizi effettuate dal contribuente in un anno solare.

In tale ammontare confluiscono sia i corrispettivi delle operazioni effettuate senza emissione di fattura (previo scorporo dell’IVA in essi contenuta), sia la base imponibile delle operazioni effettuate con emissione di fattura, con esclusione delle sole operazioni considerate “non soggette” ad IVA (ad esempio la cessione di tabacchi, schede telefoniche, giornali quotidiani).

Inoltre l’Agenzia delle entrate, con la Risposta n. 139 del 14 maggio 2019, ha precisato che è possibile anticipare volontariamente la memorizzazione e la trasmissione telematica dei corrispettivi rispetto alle scadenze del 1° luglio 2019 (o del 1° gennaio 2020).
Non sarà però possibile inviare e registrare telematicamente i corrispettivi in modo promiscuo nel caso di più punti vendita, cioè mediante scontrini o ricevute fiscali in alcuni punti vendita e contemporaneamente mediante la memorizzazione e la trasmissione telematica dei corrispettivi in altri punti vendita.

Cosa bisogna fare?

Per adeguarsi all’invio dei corrispettivi elettronici, l’esercente dovrà acquistare un Registratore Telematico, il quale ha passato un’omologa ad hoc per l’invio telematico ed è dotato di un software al suo interno in grado di creare un file xml crittografato e di inviarlo all’Agenzia delle Entrate.

È possibile per i titolari di bar, ristoranti e qualsiasi attività che è obbligata ad adeguarsi alla normativa anche aggiornare i propri registratori di cassa o misuratori fiscali al fine di renderli telematici, aggiornando il firmware presente a bordo del dispositivo o aggiungendo un kit esterno (come richiesto da alcune case costruttrici).

La controindicazione di aggiornare il vecchio registratore di cassa è dettata dalla vita della macchina: in media un registratore di cassa (o stampante fiscale) dura circa 2800 chiusure. Un locale che ad esempio lavora 300 giorni l’anno ed ha un registratore di cassa vecchio di 4 anni, rimarranno 1600 chiusure, alle quali bisogna sottrarre quelle che verranno utilizzate per il passaggio da misuratore fiscale a Registratore Telematico, che sono differenti per le diverse case costruttrici, ma che possono togliere anche diverse centinaia di chiusure alla vita del Registratore telematico.
Quindi eseguire un aggiornamento della cassa non sempre è conveniente.

Oltretutto non tutti i registratori di cassa sono trasformabili in registratori telematici, quindi è bene informarsi in ogni caso per tempo prima di rischiare di non essere pronti all’entrata in vigore della legge.

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