Il conflitto ucraino mette a rischio l’export del Made Italy

Risale ad una settimana fa lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina. In una settimana, il conflitto ucraino ha causato aumenti vertiginosi per tutte le materie prime. Tra i numerosi rischi che coinvolgono il nostro paese, ci sono le esportazioni agroalimentari. L’export Made in Italy ha superato un miliardo di euro nel 2021, secondo un’indagine Coldiretti.

Il Made in Italy sparirà dalle tavole russe?

Il conflitto rischia di cancellare completamente il Made in Italy esportato a Mosca e Kiev, aggravando ancora di più gli effetti dell’embargo imposto da Putin nel 2014. Questo blocco è costato circa 1,5 miliardi alle esportazioni italiane.

“Questo Decreto di embargo tuttora in vigore colpisce una importante lista di prodotti agroalimentari con il divieto all’ingresso di frutta e verdura, formaggi, carne e salumi, ma anche pesce.” Questo è quanto commenta Coldiretti.
L’agroalimentare, infatti, è l’unico settore che è stato colpito in modo diretto dall’embargo. E ora ancora di più a causa del conflitto ucraino. La guerra tra Russia e Ucraina ha amplificato gli effetti del decreto. Ed ora siamo testimoni dell’azzeramento delle esportazioni in Russia di alcuni prodotti. Frutta, verdura, formaggi, affettati sono solo alcuni dei prodotti Made in Italy esclusi dall’export.

conflitto ucraino

Energia, gas, latte, mais: le conseguenze del conflitto ucraino

Oltre alle conseguenze delle esportazioni in Russia, ci troviamo di fronte alla diffusione di prodotti che tendono ad imitare il Made in Italy, ma che di Italy non hanno proprio nulla. Si tratta di marce spesso prodotta in Russia, o in paesi non colpiti dall’embargo, e che viene diffusa nel mercato russo.

Il conflitto in atto ha di fatto bloccato le spedizioni dai porti sul mar Nero dell’Ucraina. Con la Russia, rappresenta quasi 1/3 del commercio di grano. Il 19% delle forniture globali di mais per l’allevamento animale e l’80% delle esportazioni di olio di girasole. 
È una difficoltà mondiale, ma che riguarda l’Italia. L’Italia importa il 64% di grano necessario per i panificati e il 53% di mais  per il bestiame. Stando all’analisi di Coldiretti, l’Ucraina è il secondo fornitore dell’Italia di mais.
L’aumento del costo di mais e soia sta creando difficoltà tra gli allevatori italiani. Questi hanno già dovuto affrontare aumenti per l’alimentazione negli allevamenti. Senza contare i rincari dell’energia, che hanno raggiunto livelli esorbitanti. Nel settore del latte, si stima che i costi di produzione abbiano raggiunto i 46 centesimi al litro.  


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