Coldiretti: “Record storico per l’export del cibo italiano”

Il food made in Italy registra un vero e proprio boom mai registrato fino ad ora, con un valore di quasi 17 miliardi tra gennaio e maggio 2021, dopo essere stato l’unico settore in crescita durante la pandemia. È questo ciò che emerge dall’analisi di Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al commercio estero con un ulteriore salto in avanti dell’alimentare a +8,9% nei primi cinque mesi dell’anno.

“Un risultato ottenuto – si legge in una nota di Coldiretti – nonostante le difficoltà degli scambi commerciali e il lockdown in tutti i continenti della ristorazione che ha pesantemente colpito la cucina italiana ma anche favorito il ritorno in tutti continenti alla preparazione casalinga dei pasti con il boom delle ricette made in Italy. L’emergenza sanitaria Covid ha provocato una svolta salutista nei consumatori a livello globale che hanno privilegiato la scelta nel carrello di prodotti alleati del benessere come quelli della dieta mediterranea. A trainare la crescita ci sono infatti prodotti base come il vino che guida la classifica dei prodotti Made in Italy più esportati seguito dall’ortofrutta fresca. E si attende nei prossimi mesi – continuano da Coldiretti – l’impatto positivo sulle vendite all’estero della vittoria agli europei di calcio che hanno dato prestigio all’immagine del made in Italy”.

I paesi più “italiani”

Tra i principali mercati che richiedono prodotti alimentari made in Italy c’è quello degli Stati Uniti che si collocano al secondo posto per l’export, ma fanno registrare l’incremento maggiore della domanda (+14,2%). L’eliminazione dei dazi aggiuntivi del 25% alle esportazioni in U.S.A. di Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Gorgonzola, Asiago, Fontina, Provolone ma anche salami, mortadelle, crostacei, molluschi agrumi, succhi, cordiali e liquori come amari e limoncello hanno favorito la spinta.

Coldiretti Made in Italy export 2021
Sempre nel sito Coldiretti, si legge che è “positivo l’andamento anche in Germania che si classifica al primo posto tra i Paesi importatori di Italian food con un incremento del 5,4% lo stesso della Francia che si colloca al terzo posto mentre al quarto la Gran Bretagna dove a causa della Brexit, con l’appesantimento dei carichi amministrativi, l’export alimentare crolla dell’8,4%”.

“L’Italia può ripartire dai punti di forza con l’agroalimentare che ha dimostrato resilienza di fronte la crisi e può svolgere un ruolo di traino per l’intera economia” sostiene il Presidente di Coldiretti, Ettore Prandini nel sottolineare che “per sostenere il trend di crescita dell’enogastronomia Made in Italy serve anche agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese, ma anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo. Una mancanza che ogni anno – continua Prandini – rappresenta per il nostro Paese un danno in termini di minor opportunità di export al quale si aggiunge il maggior costo della “bolletta logistica” legata ai trasporti e alla movimentazione delle merci. Il Recovery Plan – conclude – rappresenta dunque una occasione unica da non perdere per superare i ritardi accumulati e aumentare la competitività delle imprese sui mercati interno ed estero”.


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