Inflazione record: i consumatori rinunciano a beni di lusso e ristoranti

Inflazione record: basta ristoranti e beni costosi

A fare le spese dell’inflazione record del 2022 sono in primis i beni di lusso (il 37% dei consumatori prevede di ridurne le spese nei prossimi mesi), seguiti a breve distanza dai ristoranti (-34%). Anche arte, cultura e sport non passano un bel periodo (-30% di spesa). Leggermente più contenute le rinunce nel comparto moda (-25%).
L’aumento dei prezzi dei generi alimentari viene individuato come il problema più sentito da chi acquista in negozio (65%) e online (56%). Sono questi i dati che emergono dallo studio del Global Consumer Insights Survey di PwC su un panel di 9.069 consumatori in 25 paesi e territori.

Cambiano le abitudini di acquisto

Finora, la maggior parte dei consumatori intervistati si trova ad affrontare un’inflazione più elevata. È aumentata la forbice delle persone in difficoltà, che si è allargata al ceto medio. Per i prossimi sei mesi, più del 75% prevede di mantenere o aumentare gli attuali livelli di spesa nella maggior parte delle categorie. In particolare, il 47% di intervistati pensa di spendere di più nei generi alimentari riducendo però le spese nel settori di cui scrivevamo sopra.
I ristoranti pagheranno un conto molto salato in questa vicenda.

In questo momento storico sono moltiplicate le problematiche a livello di forniture, dalla carenza dei prodotti alle consegne in ritardo. Moltissimi degli intervistati affermano di essere disposti a modificare i propri comportamenti d’acquisto. Nel dettaglio, il 37% si rivolgerebbe ad un rivenditore diverso pur di non rinunciare alle proprie esigenze. Allo stesso modo, il 29% di chi acquista online potrebbe acquistare in negozio pur di godere di una maggior soddisfazione.
Molto interessante è la risposta alla domanda “Pagheresti un prezzo più alto della media per prodotti di provenienza locale o nazionale?”. Ben 8 su 10 hanno risposto affermativamente, nonostante il peso che sta avendo l’inflazione sulle tasche.

L’inflazione record si registra anche nei supermercati

“Il mercato della distribuzione italiana, che ha storicamente margini molto piccoli, intorno all’1%, sarà costretta a gestire una situazione economica assai complessa nei prossimi mesi perché i bilanci delle insegne sono in sofferenza per l’aumento dei costi energetici, delle materie prime e dell’inflazione. Per questo motivo, probabilmente il mercato subirà una scossa strutturale che potrebbe coinvolgere anche il mondo della produzione dei beni di largo consumo”. Sono queste le parole di Marco Pedroni, numero uno di Adm e presidente di Coop Italia.

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Aumentano i prezzi di vendita

“I prezzi di vendita nei super e ipermercati della GDO stanno aumentando mese dopo mese” osserva Pedroni. “A maggio (rispetto ad un anno fa) l’incremento complessivo è stato del 4,5%. I discount hanno registrato +9%. Tuttavia, l’inflazione nella GDO non si è ancora materializzata sui prezzi finali dei beni alimentari. Se realmente fosse accaduto, sarebbe stata un’ulteriore botta per la domanda interna. La stima è che entro fine anno la spirale inflattiva genererà incrementi intorno al 10%”.


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