Ipotesi “zona rossa” a Natale: Italia chiusa dal 24 dicembre al 6 gennaio

Circolano diverse indiscrezioni riguardo alla zona rossa per Natale: Conte ha annunciato che “qualche misura ulteriore” ci sarà. Infatti, oggi alle 12, il premier si riunirà con la delegazione per decidere. Ma anticipa anche i suoi dubbi riguardo alla zona rossa, perché le misure già esistenti funzionano. Infatti, ma è l’ala del Governo guidata da Speranza, Franceschini e Boccia che vuole un lockdown di due settimane per Natale.
 
natale covid
 
Il ministro Francesco Boccia commenta: “Cenone di Natale? La mia risposta è no. Ipotizzare assembramenti è folle. Ipotizzare cenoni oltre i conviventi è una cosa sbagliata. Noi abbiamo il dovere di salvare vite. I cenoni li faremo l’anno prossimo”. Altrettanto fermi anche Roberto Speranza e Dario Franceschini, per nulla disposti a cercare “mediazioni e compromessi sulla salute degli italiani”.

Le ipotesi

1) La zona rossa è la richiesta dell’asse più “dura” del Governo (Speranza, Franceschini e Boccia). Invece, Conte si muove lungo la linea più morbida e condivisa anche da Italia viva e da parte del M5S: al massimo, una fascia arancione nazionale.
2) Un’altra ipotesi è quella di programmare la chiusura di negozi e ristoranti nei festivi e prefestivi. Questo significa tenere chiuse le attività dal 24 al 27 dicembre e poi dal 31 dicembre al 3 gennaio, oltre che durante il 06 gennaio. A queste chiudere, però si aggiungerebbero anche nove giorni di zona rossa per scongiurare aperitivi, cenoni e veglioni.
3) Esiste anche un’altra ipotesi: ma è molto complicata. Si tratta di colorare di arancione i giorni prefestivi, mentre di rosso i festivi.
 
Per il Viminale la soluzione più sicura è chiudere tutto. La Ministra dell’Interno Luciana Lamorgese sostiene: “Se teniamo aperto, i controlli sono più difficili e i rischi più grandi.”
 
Nulla di ufficiale, però circolano numerose indiscrezioni: i ministri sono scioccati dagli 846 morti nella sola giornata di martedì 15 dicembre 2020. Dunque, si rafforza l’idea del lockdown e di anticipare l’inizio delle vacanze scolastiche al 21 dicembre.I ministri non trovano neppure un accordo riguardo agli assembramenti causati dallo shopping. C’è chi spinge verso regole più severe: chiusura già da questo weekend. Invece, Conte ritiene non giusto impedire di muoversi a chi ha già comprato biglietti ferroviari o aerei. I ministri dell’area più rigorista commentano: “Sarà dura ottenere il via libera alle misure più restrittive. Ma se non chiudiamo, a gennaio ci troveremo nel pieno della terza ondata”.
 

Il parere degli scienziati

Conte è contrario a seguire linee dure: “le nostre misure stanno funzionando”. E il Governo è spaccato su quanto si debba attuare. Così, il Premier ha chiesto al Comitato tecnico-scientifico di mettere nero su bianco dove, quando e cosa bisogna chiudere. Gli scienziati sono molto preoccupati e avvertono: il periodo natalizio presenta “rischi specifici relativi alla mobilità e all’aggregazione nei contesti familiari e sociali”.
 
Dunque, è anche la scienza a chiedere “grande prudenza” e suggerisce anche di potenziare di molto i controlli. Restano però punti molto controversi rispetto al verbale approvato all’unanimità: i tre direttori generali della Salute (Rezza, Urbani e Iachino) si erano rifiutati di firmarlo. Infatti, gli scienziati faticano a trovare una linea comune e non vogliono neppure essere lo scarica barile della politica.
 
Sarà il Governo, quindi, a dover decidere sul futuro degli italiani: quanto blindate saranno le feste, quali categorie produttive dovranno essere risarcite e quanti soldi serviranno.
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Cosa succederebbe?

Se il Governo dovesse approvare l’ipotesi più “dura”, significherebbe che per due settimane, dal 24 dicembre al 6 gennaio, i ristoranti rimaranno chiusi, le saracinesche dei negozi non alimentari resterebbero abbassate e ci sarebbe anche il divieto di spostamento nel Comune. Unica eccezione: spostamenti in caso di urgenza, salute e necessità.