La tavola di Natale: una tavolozza di colori ed un’esplosione di profumi

Nicola Masiello - Presidente emerito FISAR

Sono poche le festività in calendario che rivestono una forte importanza per l’umanità come quella del Natale, conosciuta al mondo intero come la celebrazione della nascita di Gesù e che porta in sè significati diversi, dalla nascita intesa come nuova vita, alla celebrazione di un evento che da oltre 2000 anni ci rinnova le nostre origini cristiane, inizio di un percorso di vita da ricordare come un segno beneaugurante.
 
Con questi presupposti di festa, l’uomo celebra questa ricorrenza dando grande importanza anche alla “tavola” come momento conviviale importante e propiziatorio; quindi tutta la positività dell’uomo si sposa, prima con i colori forti, visibili: rosso, verde, giallo oro. Tutto deve colpire l’occhio che attraverso il colore identifica la forza della festa: il verde del pungitopo, il rosso del melograno, l’oro della frutta secca. E poi i profumi, che si esaltano e valorizzano il menù sia esso di mare che di terra, a seconda dell’origine e delle tradizioni, con la particolarità che gli ingredienti sono ricercati e costosi.
 
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Non serve elencarli in quanto ognuno di noi ha buona memoria, magari serve rimarcare, come ho detto sopra, il fatto che questi piatti evidenziano il meglio della Cucina tradizionale Regionale. Cucina che oggi deve esaltare il valore dell’ingrediente e non appiattirlo con cotture lunghe che una volta producevano leccornie dai sapori forti, soprattutto di spezie, usate anche a fini salutistici; basti pensare alla conservazione dei cibi di 100 anni fa rispetto ad oggi in cui si tende a valorizzare quanto più possibile il dna dell’ingrediente siano essi ortaggi, pesci, erbe aromatiche o carni, elaborati con sistemi di cottura brevi e che in seconda battuta vengono assemblati con riduzioni o emulsioni capaci di catturare, ancora una volta, la vista, gratificare l’olfatto ed appagare il palato. E anche qui ritornano i colori che dalla tavola passano al piatto, come il verde del basilico o del prezzemolo, il rosso del pomodoro, il giallo della pasta o dello zafferano.
 
Fin qui tutto bene, ma vogliamo prendere in considerazione anche la parte salutistica: infatti una volta l’alimentazione quotidiana era sicuramente meno abbondante di quella odierna, meno grassi e più proteine vegetali, mentre quella di oggi è l’esatto contrario, soprattutto e anche conseguenza di un modus vivendi sedentario. Dobbiamo quindi, gioco forza, equilibrare il nostro mangiare, compreso quello natalizio, e lo facciamo, appunto, cercando di inserire nel menù più verdure, meno grassi, cotture brevi, per non rischiare di dover dal 26 dicembre iniziare le famose corse e passeggiate che servono sicuramente alla salute, ma non servono a smaltire quanto assimilato nel tempo se mangiato fuori misura. Una buona tavola natalizia non deve escludere il vino, di ottima qualità, possibilmente Made in Italy, in quanto abbiamo tante eccellenze e tante tipologie tutte buone ed ottime, ed anche qui un semplice accorgimento, bere con moderazione per apprezzarne le qualità organolettiche senza far mai prevalere la forza del vino sulla tavola e soprattutto sui commensali: il bere consapevole aiuta ad apprezzare meglio il pranzo di Natale.
Buon appetito e buone feste!


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